Yamani, una saudita che ha studiato in Occidente, offre un periscopio insolito e prezioso su ciò che pensano i sauditi di età compresa fra i 15 e i 30 anni. L'autrice concentra l'attenzione su di loro in parte a causa delle loro cifre importanti (che sono l'equivalente saudita dei baby-boomers americani) e in parte perché essi affrontano delle scelte nuove per i loro genitori o i loro antenati. Le scelte che faranno, argomenta la Yamani, determineranno in gran parte il futuro dell'Arabia Saudita.
Nelle interviste effettuate in un arco temporale di due anni con una sessantina di giovani sauditi, metà maschi e metà femmine, la Yamani ha rilevato molta inquietudine riguardo alla situazione economica, al sistema patriarcale e a un futuro visto come "minaccioso". Ella descrive anche una buona dose di confusione: "I cambiamenti sono stati così rapidi che ancora non si hanno i termini culturali di riferimento per mettere nella giusta prospettiva questa nuova società e il ruolo che loro hanno in essa". Guardando al futuro, l'autrice pensa che i suoi soggetti siano pragmatici. "Essi condividono un diffuso sentimento di disagio e insoddisfazione, ma cercano un approccio gradualista per risolvere i problemi che hanno identificato nella società saudita". Oltre a una prospettiva sensata da parte dell'autrice, questo studio presenta numerosi esempi convincenti e frammenti della vita saudita. (Ad esempio, ecco una delle molteplici spiegazioni del perché le donne non debbano guidare: "Non permetterei mai a mia madre di guidare. Come può farlo indossando il velo?")
La Yamani non offre una prospettiva comparativa, ma forse è giusto dire che probabilmente l'Arabia Saudita è la società più non-occidentale al mondo, la sua popolazione affronta una serie di scelte più biforcute rispetto a qualunque altra. In quanti altri Paesi, dopo tutto, si applicherebbe la sua osservazione che "mantenere l'identità saudita è difficile quando il contatto con l'Occidente è necessario per progredire"?