Cordesman fa un passo indietro ed esamina in modo minuzioso e chiarificatore i due argomenti principali: la forza relativa degli israeliani contro le forze arabe e i possibili scenari di guerra fra le due parti.
Valutando l'equilibrio militare, l'autore comincia col fornire delle liste formalistiche dell'equipaggiamento e degli uomini, poi lascia perdere le esteriorità per arrivare alle forze reali e alle debolezze, "i beni immateriali". I numeri puri e semplici mostrano Israele in difficoltà: solo uno sguardo alle armi dalle prestazioni più elevate indica che la posizione di Israele è un po' migliore; e se si considera il quadro nel suo insieme, compresa la qualità del personale e la sua formazione, la preparazione, la leadership, la competenza tecnologica, il comando e il controllo, le operazioni combinate, il dichiarare "guerra in 24 ore", le capacità di attaccare in profondità, Israele dimostra di avere una forza qualitativamente migliore di quella dei paesi vicini. In quest'ottica le cose non sono molto cambiate rispetto ai decenni precedenti; anzi, Cordesman dà la netta sensazione che il vantaggio di Israele continui a crescere.
Quanto agli scenari, il volume Prospettive pericolose ne prende in considerazione otto in tutto, da una nuova intifada a una guerra nucleare totale, compresa un'acquisizione di controllo del governo egiziano da parte dei fondamentalisti islamici. Forse quella che è più interessante, perché d'altronde è così poco presa in considerazione, è l'analisi di 35 pagine di una conquista siriana delle alture del Golan, che Cordesman vede come una possibilità realistica volta a "creare nuovi fatti sul terreno" e forse a "modificare l'esito dei negoziati di pace".