Cohen, un geografo politico, avanza un'utile proposta ben argomentata per aggiornare il piano Allon. Con un occhio ai compromessi territoriali che Israele potrebbe raggiungere, Cohen contempla tutte e quattro le aree geografiche ottenute da Israele nel 1967 e che sono ancora sotto il suo controllo (le alture del Golan, la Cisgiordania, Gerusalemme e la Striscia di Gaza). Cohen cerca il modo per far sì che Israele mantenga dei vantaggi strategici del territorio senza dover governare una numerosa popolazione araba. In un momento in cui gli approcci del Likud e del Partito laburista sono stati screditati, un nuovo punto di vista come questo ha un'utilità speciale.
Cohen sostiene che Israele dovrebbe mantenere il 48 per cento delle alture del Golan, il 20 per cento della Cisgiordania e il 19 per cento della Striscia di Gaza. Inoltre, egli asserisce la necessità di creare cinque corridoi (due in Cisgiordania, due in Israele e uno a Gaza) e una zona di sicurezza locata perché Israele abbia dei vantaggi in Cisgiordania. Queste idee non sono affatto chiare o semplici, ma il loro vantaggio sta nella precisione dei dettagli e in una cauta attenzione alle situazioni locali. Anzi, la reale complessità dello schema potrebbe contribuire a smontare la forte controversia che inevitabilmente ne seguirebbe.
Ma la proposta di Cohen solleva un interrogativo: perché interrompere le modifiche territoriali che aumenterebbero le dimensioni di Israele? Se fosse avanzata la proposta di cedere alcune parti arabe di territorio israeliano, questo susciterebbe l'interesse arabo, diminuendo al tempo stesso la popolazione araba d'Israele.