Guardandosi intorno nel mondo musulmano e trovando "un'immagine spaventosa", Moten conclude che il problema risiede nei tentativi musulmani di imitare l'Occidente. Egli ritiene che di tutti i costumi dell'Occidente, il peggiore sia la laicità. Al suo posto, Moten propone un programma politico basato sull'Islam che si fonda su concetti come il califfato e la Shari'a (la legge sacra). Per quanto meritorio sia il suo tentativo, Moten è preso, non meno di chi lo critica, fra i due mondi. Anche se rifiuta apertamente i costumi occidentali, egli accetta, però, gli ideali dell'Occidente ed esamina attentamente l'Islam alla ricerca di plausibili equivalenti. In breve, la sua apologia può avere una certa utilità per i musulmani fondamentalisti che cercano i modi per presentare i loro programmi, ma di fatto non è ha alcuna per chi cerca di imparare qualcosa sull'Islam e la politica.