Adelkhah, una ricercatrice del Centro Studi e Ricerche internazionali di Parigi, ha scritto uno studio particolarmente raffinato e innovativo sulla vita contemporanea iraniana. Come sta a indicare il titolo, l'obiettivo del suo libro è mostrare che la vita nella Repubblica islamica non è medievale ma moderna – a suo modo – e spiegare la sua logica e le implicazioni. Qualunque sia questo modo, l'autrice lo illustra attraverso un esame dettagliato di argomenti insoliti come la cultura del dono e la mania del calcio. Sotto molti aspetti, l'Adelkhah trova una continuità con il precedente (e molto disprezzato) regime imperiale. Per altri versi, l'autrice ravvisa spesso dei cambiamenti sorprendenti (i versetti coranici, ad esempio, erano tenuti in maggiore considerazione quando erano una rarità; ora essi adornano le testate dei quotidiani e il giorno dopo con quei giornali ci si avvolge il pesce).
Un esempio della sua metodologia: l'autrice comincia un capitolo osservando che il governo percepisce dalle tasse delle entrate molto basse e l'Adelkhah attribuisce questo in parte all'esperienza storica iraniana e in parte all'acceso dibattito islamico sulla legittimità dell'imporre delle imposte che non sono previste in modo specifico nel Corano (e che sono molto basse rispetto agli standard moderni). Poi prosegue parlando del modo in cui il denaro delle tasse viene usato e cita l'esempio di Teheran, sotto Gholamhussein Karbaschi, il popolare sindaco riformista che ha lasciato il segno in tutta la città costruendo parchi e altri spazi pubblici. Karbaschi ha tassato impietosamente gli abitanti della sua città – facendo loro pagare un extra per la guida di un autoveicolo durante le ore lavorative o mettendo un'insegna luminosa su un magazzino – ma in cambio ciò gli ha dato un senso d'impegno e partecipazione che in genere ha reso i pagamenti accettabili. L'autrice vede in questo un successo: "I parchi pubblici, irrigati ogni giorno dalle imposte locali, sono un elemento essenziale di consenso, di conflitti e di movimento dentro la 'città democratica'".
Grazie a una ricerca e a una teoria che sono eccellenti, Essere moderni in Iran è all'altezza dell'affermazione con cui si apre l'introduzione del volume: "Immergersi nel labirinto della società iraniana significa tornare ad alcune questioni universali del nostro tempo".