Il governo americano spende 5 miliardi di dollari l'anno nel tentativo di promuovere la pace arabo-israeliana, per non parlare poi delle incalcolabili ore impiegate da diplomatici e politici e di molti altri sforzi. Ma tutti questi sforzi hanno dato dei buoni risultati? Prima di rispondere, Clawson e Gold sottolineano che la grande maggioranza dei mediorientali sono in disaccordo con le ipotesi implicite che stanno dietro la dimensione economica di questo sforzo (vale a dire che essere più ricchi rende più facile prendere politicamente delle decisioni difficili; e che la cooperazione economica probabilmente condurrà alla cooperazione politica). Lungi dal volere che gli avversari prosperino, i popoli della regione (in modo del tutto istintivo) temono che una maggiore ricchezza li renda un nemico più temibile. Oppure, come gli autori dicono in modo memorabile (giocando con una battuta di spirito di Shimon Peres) i mediorientali temono allo stesso modo "le banche e i carri armati".
Clawson e Gold approvano con cautela l'approccio americano, definendo "utili" gli sforzi volti a costruire la prosperità e la cooperazione regionale. Tuttavia, al contempo, i due autori pongono l'accento sulla necessità di "un senso della misura" in ciò che bisogna aspettarsi dagli incentivi economici. "In Medio Oriente la politica viene prima degli affari, ma gli affari possono aiutare a rafforzare la politica". Se gli americani terranno a mente i limiti evidenti dell'economia, la cooperazione in quest'ambito potrà contribuire a promuovere la prosperità e i contatti interpersonali, che sono di per sé degli indiscutibili scopi, anche se ciò non conduce a delle importanti svolte diplomatiche.
Sebbene gli autori offrano una critica sofisticata e sensata delle prospettive e della politica degli Usa, può darsi che, almeno in Medio Oriente, la cattiva attitudine istintiva delle popolazioni locali (danneggiare l'avversario che si trova in una posizione svantaggiosa) finisca per riguardare più l'obiettivo che l'approccio americano di buona volontà (aiutarlo a risalire la china, rimetterlo in piedi). In ogni caso, gli anni a venire forniranno un'ampia opportunità per scoprire chi capirà meglio la regione.