Una guida turistica sulla Siria potrebbe sembrare esotica, ma di fatto non ce ne sono molte sul mercato (Culture Shock!, Lonely Planet, Michelin, Nelle, Rough e altre che non fanno parte di una serie). Oltre alle solite notizie per i viaggiatori sulle opere d'arte e i monumenti, sui cambi e sui ristoranti, le guide forniscono anche numerose informazioni interessanti per gli analisti, in particolar modo per ciò che riguarda le società chiuse come la Siria, dove i media spesso trascurano argomenti del genere. Mannheim, uscito dalla School of Oriental and African Studies di Londra, conosce l'argomento e il suo volume contiene numerose informazioni preziose a riguardo.
Si pensi ad esempio a come entrare e uscire da questi due Paesi. È impossibile procurarsi un visto siriano in Libano: per la ragione ovvia che la Siria non ha sedi diplomatiche in Libano. Curiosamente, chi chiede un visto ha bisogno di una lettera da parte del proprio datore di lavoro che attesti che la persona in questione ha un impiego al quale tornare, il che rileva una paura inaspettata da parte della Siria di essere sommersa da persone in cerca di lavoro. Non basta più presentare un passaporto scevro di visti israeliani; i funzionari dei consolati siriani e libanesi ora controllano i visti di entrata e di uscita da e per la Giordania e l'Egitto per assicurarsi che non comportino dei passaggi attraverso i valichi di frontiera con Israele. L'Aeroporto internazionale di Beirut ha il negozio di sigari più grande del mondo.
Le differenze politiche tra i due Paesi in questioni emergono chiaramente. In Siria, Mannheim mette in guardia, "evitare gli argomenti delicati". Ma in Libano "chiunque è più che felice di parlare senza sosta" di ogni genere di questioni delicate. La Guida conferma che le misure di repressione contro la droga sono state autentiche (la cannabis "in questi giorni non si trova facilmente in Libano e in Siria"). Il totalitarismo siriano ha un effetto salvifico che lo rende "probabilmente il più sicuro di tutti i Paesi del Medio Oriente in cui viaggiare. Furti e crimini violenti sono praticamente sconosciuti".
Mannheim è assai meno attendibile quando esamina il quadro più ampio, che sia politico (in merito al quale lui nutre le solite raffinate idee politiche della sinistra) o meno ("il Libano è il più liberale di tutti i paesi del Medio Oriente?" E allora che dire della Turchia e di Israele?). Per fortuna, in una guida che si occupa principalmente di questioni pratiche, non ci sono troppe assurdità.