Il titolo dice tutto: un docente di politica mediorientale alla School of Advanced International Studies della John Hopkins University, ha rotto gli indugi e ha asserito che il regime siriano è impegnato in una "guerra terrorista" contro il Libano. E senza mezzi termini nel testo del suo libro dice che:
- "Il regime alawita in Siria non ha mai avuto intenzione di far pace con Israele".
- "Da oltre venticinque anni, la Siria mantiene volutamente il Libano in un artificiale conflitto interno in guerra con Israele, per gli interessi del proprio regime".
Deeb ha anche l'audacia di denigrare "gli studiosi postorientalisti di oggi sul Medio Oriente", una dichiarazione di guerra intellettuale contro i suoi colleghi specialisti.
In un'analisi violenta, ma meticolosa, ben fondata e convincente, Deeb dimostra dunque i punti sopracitati, con riferimento agli anni che vanno dal 1974 al 2000, mostrando come nel corso di quell'epoca, utilizzando numerosi mezzi subdoli, Hafez al-Assad abbia gradualmente preso il controllo del Paese un tempo indipendente dal Libano e come abbia trasformato la "Svizzera del Medio Oriente" in un covo di vipere dell'estremismo. Questo non è solamente un brutto racconto, ma un punto di vista americano, che è imbarazzante, perché mostra come i diplomatici e i politici americani abbiano regolarmente mal compreso i metodi e gli obiettivi di Assad.
Un paio di riflessioni. Innanzitutto, se Deeb rivolge una piena attenzione all'attività diplomatica dei governi laburisti israeliani con la Siria, sorvola però sul periodo di Netanyahu come se non fosse accaduto nulla, quando, di fatto, in quegli anni si è assistito ad alcuni dei più importanti sviluppi nelle relazioni siro-israeliane. In secondo luogo, anche se il governo libico ha finalmente riconosciuto la propria responsabilità dell'attentato nel 1988 al volo Pan Am 103 nei cieli della Scozia, Deeb continua a credere che quest'atrocità "era collegata a dei gruppi che avevano forti legami con la Siria e l'Iran" e considera la colpevole Libia "un capro espiatorio necessario per tirare fuori dai guai la Siria" ed entrare due anni dopo nella coalizione anti-Saddam Hussein.