Con la competenza degli storici e lo stile degli scrittori, Hoffman e Cole raccontano la sorprendente storia di questo tesoro documentale del Medioevo che fu scoperto nel 1890 e che ha tenuto gli studiosi occupati per più di un secolo.
Per genizah si intende il luogo in cui venivano depositati gli scritti in caratteri ebraici – talvolta non necessariamente in ebraico – che gli ebrei tradizionalisti hanno preservato per la sacralità delle lettere. Il contenuto reale di questi scritti potrebbe essere religioso, letterario, commerciale, giuridico o personale. Il tesoro scoperto nella sinagoga Ben Ezra di Fustat, nei pressi del Cairo, contiene 331.351 di questi scritti databili all'870 d.C. e a un millennio dopo.
Gli autori affrontano l'argomento alternando studiosi moderni e rivelazioni della Genizah. Solomon Schechter, Jefim Hayyim Schirmann, Ezra Fleischer, e S.D. Goitein hanno scoperto e studiato i materiali, mentre i "frammenti sacri" riguardano argomenti come gli apocrifi di Ben Sira, i Karaiti, la poesia andalusa e la vita quotidiana nell'Egitto medievale. Nel volume si traccia l'evoluzione dell'interesse mostrato per la Genizah dalla critica biblica fino alla poesia e alla storia.
Centinaia di studiosi, sfruttando una vasta gamma di competenze linguistiche e disciplinari, ora coadiuvate dal Friedberg Genizah Project nell'inventariare e digitalizzare l'intera raccolta, hanno studiato questa straordinaria raccolta di materiali, piluccando questo immenso volume, contribuendo mattone dopo mattone alla costruzione di un edificio scientifico unico. Probabilmente non esiste nessun'altra ricerca così dettagliata, inattesa, ironica, singolare e umanistica come questa. Nelle parole di Fleischer: "Il recupero della Genizah comporta (…) lo spettacolare completamento di un paesaggio straordinario, l'unità perfetta, armoniosa e inevitabile di ciò che all'improvviso sembra rivelato".
Non potrei muovere delle critiche a questo splendido volume e lo raccomando a tutti.