Il presidente dell'Organizzazione per la liberazione della Palestina sconcerta da tempo gli osservatori, inclusi i suoi biografi (si notino i titoli di due volumi su di lui pubblicati nel 1990: Behind the Myth: Yasser Arafat and the Palestinian Revolution e Arafat: In the Eyes of the Beholder). In che modo una persona così piena di difetti come individuo e come leader è riuscita a realizzare tanto, ottenendo parecchia autorità? Rubinstein, un editorialista del quotidiano israeliano Ha'aretz, risponde a questo interrogativo facendo del "mistero Arafat" l'obiettivo del suo libro. "Com'è possibile che un individuo che guarda in modo strano e talmente privo di serietà possa allo stesso tempo essere considerato uno statista e un rivoluzionario di spicco?" Nel suo studio conciso ma ricco, Rubinstein solleva degli interrogativi fondamentali su Arafat: Dove è nato? Qual è il suo vero nome? Perché sembra così sporco? Perché viaggia in modo così maniacale? Perché si è sposato in segreto?
Con un'intuizione brillante, l'autore mostra che ogni aspetto dell'immagine pubblica di Arafat – dal suo viso ispido a lavorare a tarda notte – rientra in un unico e solo schema. In tutti questi modi lui "accuratamente e continuamente (…) rifletteva le pene e le necessità dell'opinione pubblica palestinese". L'autore dimostra in modo convincente come ogni cosa che Arafat fa (anche se non si fa la barba) cerchi di propinare "la rivoluzione palestinese, di cui lui è il perno, con legittimità". In altre parole, il successo di Arafat deriva dal suo essere in grado di creare un mito in cui la sua stessa personalità si fonde con la causa palestinese. In questo volume, Rubinstein risolve veramente il mistero Arafat.