The Rise of the West, di William McNeill, è un tour de force: l'unica vera storia al mondo scritta da un solo autore. A differenza di Spengler e Toynbee, questa non è la visione eccentrica di un solo uomo, ma un'accurata sintesi dell'esperienza umana e ha cambiato la mia interpretazione della storia.
The Image, di Daniel Boorstin, spiega la differenza tra realtà e immagine in politica e nella vita quotidiana in un modo che permette agli altri di non essere confusi.
Exporting Democracy, di Joshua Muravchik, è un libro recente che si distingue [dagli altri]. L'autore trasforma quello che potrebbe essere un argomento noioso e pacifico, in qualcosa di affascinante e profondo.
Il settore di cui sono uno specialista, il Medio Oriente, ispira più libri pessimi che buoni (e questi naturalmente sono stati in cima alle liste dei volumi più venduti durante la guerra con l'Iraq). Due testi classici sono The Venture of Islam, di Marshall Hodgson, che è uno studio in tre volumi della storia musulmana, un'opera inedita, originale e brillante; e Islam in Modern History, di W. Cantwell Smith, che spiega il profondo trauma subito dall'Islam nel corso degli ultimi due secoli e il perché esso continua. Raccomando altresì due studi recenti: Culture and Conflict in Egyptian-Israeli Relations potrebbe non sembrare interessante ma questo testo misconosciuto è la splendida interpretazione di Raymond Cohen della cultura politica nella diplomazia e nelle relazioni tra Stati. The Closed Circle, scritto da David Pryce-Jones, è un virtuoso atto di accusa di ciò che c'è di sbagliato nella politica dei Paesi arabofoni.