Richard Pipes nel suo studio a Cambridge, in Massachusetts, nel 1959. Trascorse la sua intera accademica a Harvard. |
Richard Pipes, autore di studi monumentali fortemente polemici sulla storia russa, sulla Rivoluzione russa e sul regime bolscevico e consigliere principale dell'amministrazione Reagan per la politica sovietica e dell'Europa orientale, si è spento giovedì a 94 anni in una casa di cura, vicino alla sua abitazione di Cambridge, in Massachusetts. Lo ha reso noto il figlio Daniel.
Il professor Pipes, che ha trascorso l'intera carriera accademica a Harvard, assunse una posizione di rilievo tra gli storici della Russia con la pubblicazione nel 1974 del volume "Russia Under the Old Regime". Ma egli raggiunse l'apice della fama come intellettuale pubblico profondamente scettico riguardo alla politica americana di distensione con l'Unione Sovietica.
Nel 1976, Pipes fu a capo di un gruppo di esperti militari e di politica estera, denominato Team B, che offrì un'analisi fondamentalmente pessimistica della strategia militare e della politica estera verso l'Unione Sovietica nonché delle minacce che ciò rappresentava per gli Stati Uniti.
Il report del gruppo, commissionato dalla Central Intelligence Agency (CIA) come contrappeso a un'analisi che era stata fornita dagli stessi esperti della CIA – il Team A – contribuì a incentivare l'opposizione conservatrice ai colloqui di controllo degli armamenti e all'intesa con l'Unione Sovietica. E questo report pose le basi per la politica di Ronald Reagan volta a sfidare la politica estera dell'Urss e a cercare di indebolire la sua presa sull'Europa orientale.
Mentre scriveva storie ambiziose sulla Rivoluzione russa e sul regime bolscevico, il professor Pipes, alla fine degli anni Settanta, continuò la sua campagna per una politica estera più severa verso l'Unione Sovietica come membro del neoconservatore Committee on the Present Danger e come direttore dell'ufficio per gli affari sovietici e l'Est europeo presso il National Security Council, il Consiglio per la sicurezza nazionale, del presidente Reagan.
Nonostante questo ruolo pubblico, egli si considerava soprattutto uno storico specializzato in storia, politica e cultura della Russia – un ambito in cui eccelleva. Con una prosa incisiva ed elegante, il professor Pipes si occupò di quasi 600 anni di storia russa nel suo volume "Russia Under the Old Regime", abbandonando la cronologia e trattando l'argomento per temi, come i contadini, la chiesa, l'apparato statale e l'intellighenzia.
Richard Pipes, a sinistra, con sua madre Zosia e suo padre, Marek, su una nave salpata da Lisbona e diretta negli Stati Uniti, nel 1940. |
Uno dei contributi più originali fu quello di aver individuato i numerosi problemi della Russia nella sua incapacità di evolversi al di là della sua condizione di Stato patrimoniale, un termine preso in prestito dal sociologo tedesco Max Weber per indicare l'assolutismo russo, in base al quale lo zar non solo governava, ma era il padrone della Russia e dei suoi abitanti, vanificando i concetti di proprietà privata e di libertà individuale.
Con la pubblicazione del volume "The Russian Revolution" (1990), il professor Pipes lanciò un attacco frontale ai numerosi presupposti e alle convinzioni di lunga data dei principali esperti occidentali sulla presa di potere bolscevica. Quel libro, che iniziava con il semplice epigramma russo "alle vittime", assunse una posizione accusatoria nei confronti dei bolscevichi e del loro leader Vladimir Lenin, che ancora incuteva un certo rispetto e godeva del sostegno tra gli storici occidentali.
Il professor Pipes, un moralista che risentì fortemente della sua esperienza personale di ebreo fuggito dalla Polonia occupata dai nazisti non fece nulla di tutto questo. Presentò il Partito bolscevico come un gruppo cospirativo e profondamente impopolare anziché come la punta di diamante di un movimento di massa. Egli gettò una nuova e crudele luce sulla campagna bolscevica contro i contadini, che Lenin aveva cercato di distruggere come classe reazionaria. Accusò inoltre Lenin di aver posto le basi dello stato terrorista che il suo successore Josif Stalin perfezionò.
"Ho pensato e continuo a pensare che sono stato risparmiato perché non sprecassi la mia vita nell'autocompiacimento e nell'autocelebrazione, ma affinché diffondessi un messaggio morale mostrando, con esempi tratti dalla storia, come le idee malvagie portino a conseguenze nefaste", scrisse il professor Pipes in un libro di memorie. "Visto che gli studiosi hanno scritto abbastanza sull'Olocausto, ho pensato che la mia missione sia quella di dimostrare questa verità usando l'esempio del comunismo".
Lo storico britannico Ronald Hingley, in una recensione di "The Russian Revolution", apparsa [nel 1990] sulla The New York Times Book Review, scrisse quanto segue: "Nessun volume che conosco inizia a soddisfare opportunamente coloro che desiderano approfondire le 842 pagine intellettualmente stimolanti per scoprire cosa realmente sia accaduto in Russia intorno al 1917".
Altre recensioni consideravano il professor Pipes intemperante e, a volte, accecato dal suo zelo di riparare i torti morali.
William G. Rosenberg, scrivendo in The Nation, elogiava la "notevole portata intellettuale, lo stile cristallino e la capacità di raccogliere una straordinaria mole di dettagli probatori", lamentando però un "sapere distorto dalla passione".
Richard Pipes a Leningrado, in Russia, nel 1959. |
Anche il volume "Russia Under the Bolshevik Regime", che fu pubblicato nel 1994 e che tratta del periodo che va dalla guerra civile russa alla morte di Lenin nel 1924, ricevette una reazione divisa.
Ma con il crollo dell'Unione Sovietica il professor Pipes risultò essere uno stimato storico occidentale della Russia – una nuova esperienza per un uomo che fu criticato dagli storici sovietici nel corso della sua carriera.
Ormai era diventato uno dei principali critici della distensione e dei colloqui di controllo degli armamenti con l'Unione Sovietica e un personaggio detestato dalla sinistra. "Coloro i quali mi hanno definito un guerriero freddo a quanto pare si aspettavano che io rabbrividissi", scrisse in "Vixi: Memoirs of a Non-Belonger" (pubblicato nel 2003) "In effetti, ho accettato quel titolo con orgoglio".
Nel 1977, Richard Pipes fece parte del Committee on the Present Danger. (Il gruppo aveva preso in prestito il suo nome da un altro gruppo simile, sebbene non correlato, che aveva cercato di contrastare l'espansione sovietica negli anni immediatamente successivi al dopoguerra.) Il Comitato era composto da neoconservatori contrari ai colloqui sulle armi nucleari – "rituali vuoti", come li definiva il professor Pipes – e favorevoli all'aumento della spesa per i programmi di armamento.
Forse il suo ruolo più pubblico nel contestare le politiche americane verso Mosca arrivò nel 1976 sotto l'amministrazione del presidente Gerald R. Ford.
A quel tempo, i critici conservatori avevano attaccato da diversi anni la National Intelligence Estimate della CIA, una valutazione annuale della minaccia sovietica, definendola apertamente ottimista riguardo alle intenzioni della politica estera sovietica e cieca rispetto a ciò che ritenevano essere un pericoloso aumento del potere militare sovietico.
In risposta, la CIA, sotto la pressione del Comitato consultivo per la politica estera, effettuò una verifica interna della propria efficienza nell'analizzare la dottrina strategica e le capacità militari sovietiche del decennio precedente.
Il professor Pipes, a destra, con il vice-presidente George H. W. Bush alla Casa Bianca, nel 1982. |
Ma il report redatto dagli esperti della CIA – il cosiddetto Team A – si rivelò talmente carente che il presidente Ford chiese al direttore della CIA, George H. W. Bush, di commissionare un'analisi competitiva, mettendo gli esperti dell'agenzia contro un team di esperti esterni.
Il professor Pipes, che era stato consigliere del senatore Henry M. Jackson di Washington, un democratico che criticava aspramente la politica di distensione, fu incaricato di condurre il Team B.
Le sue conclusioni – secondo le quali la CIA aveva gravemente sottovalutato "l'intensità, la portata e la minaccia" degli obiettivi militari sovietici – in seguito fornirono a Ronald Reagan argomentazioni che lo indussero nel corso della sua campagna presidenziale del 1980 a sposare una linea dura contro Mosca.
Con la vittoria elettorale di Reagan sul presidente Jimmy Carter, il professor Pipes, congedandosi da Harvard, fu messo a capo dell'ufficio sull'Europa orientale del Consiglio di sicurezza nazionale (NSC). E divenne così di nuovo un parafulmine per la sinistra, che lo considerava come un'influenza minacciosa sulla politica sovietica.
Egli continuò a svolgere un ruolo fondamentale nella stesura della Direttiva decisionale sulla Sicurezza Nazionale 75 che enunciava la politica dell'amministrazione Reagan nei confronti dell'Unione Sovietica. La Direttiva invitava il governo a spostare l'accento da un approccio di tipo punitivo per il comportamento scorretto dei sovietici a un approccio basato sul perseguimento di politiche volte a cambiare la natura del regime.
Ma per ammissione del professor Pipes, il Dipartimento di Stato, guidato da Alexander M. Haig, lasciò fuori il Consiglio di sicurezza nazionale dalle decisioni più importanti, e la relativa inesperienza di Richard Pipes nelle lotte intestine di Washington fu vista come un limite alla sua efficienza. Egli lasciò l'incarico dopo due anni, il limite massimo consentito da Harvard.
Ryszard Edgar Pipes nacque a Cieszyn, in Polonia, dove il padre, Marek, aveva una fabbrica di cioccolato. Sua madre, Sara Sofia (Haskelberg) Pipes, era casalinga. La famigliola, che in seguito si trasferì a Cracovia e a Varsavia, parlava tedesco a casa e polacco fuori di casa.
Il professor Pipes nel suo studio alla Widener Library nel campus di Harvard, in Massachusetts, nel 1991. (CreditBill Greene/The Boston Globe, via Associated Press) |
Nel 1939, poco dopo l'ingresso delle truppe tedesche a Varsavia, i Pipes fuggirono in Italia con passaporti falsi. Raggiunsero gli Stati Uniti un anno dopo, stabilendosi a Elmira, nello Stato di New York.
Per approfondire la sua formazione, il giovane Richard iniziò a stilare una lista casuale di 100 college americani tratti dalle pagine pubblicitarie di "Who's Who", inviando loro in seguito delle cartoline in cui chiedeva aiuti finanziari e lavoro part-time. Il Muskingum College in Ohio (ora Muskingum University) gli rispose offrendogli entrambe le cose.
Nel 1942, nel suo primo anno di college, venne arruolato nell'Aeronautica Militare e fu mandato a studiare russo alla Cornell dove conobbe la sua futura moglie, Irene Roth, ancora viva.
Oltre a lei e al figlio Daniel, il professor Pipes lascia un altro figlio, Steven, e quattro nipoti. Aveva una casa a Cambridge e un'altra a Harrisville, nel New Hampshire.
Dopo aver conseguito una laurea alla Cornell nel 1946, egli prese un dottorato in storia a Harvard nel 1950. La sua dissertazione sulla teoria della nazionalità bolscevica divenne la base del suo primo libro, "The Formation of the Soviet Union: Communism and Nationalism, 1917-1923" (pubblicato nel 1954).
In seguito, scrisse una biografia in due volumi del politico liberale Peter Struve, "Struve: Liberal on the Left, 1870-1905" (1970) e "Struve: Liberal on the Right, 1905-1944" (1980), così come due libri sulle relazioni sovietico-americane, "U.S.-Soviet Relations in the Era of Détente" (1981) e "Survival Is Not Enough: Soviet Realities and America's Future" (1984).
Da storico, il professor Pipes sostenne un approccio polemico. Nelle pagine di "The Russian Revolution", egli osservava:
"La Rivoluzione russa non fu fatta dalle forze della natura né dalle masse anonime, ma da uomini identificabili che perseguivano i loro vantaggi. Nonostante gli aspetti spontanei, essa fu principalmente il risultato di un'azione deliberata. E come tale è opportunamente soggetta a un giudizio di valore".
Scrivendo un saggio di storia, egli spiegava, "gli interrogativi filosofici e morali non possono mai finire. Perché il dibattito non riguarda soltanto ciò che è accaduto in passato, ma anche ciò che potrebbe accadere in futuro".
Si ringrazia E. Slotnik per il contributo offerto a questo articolo.