Il 28 giugno 1914, esattamente un secolo fa, fu probabilmente il giorno peggiore della storia umana. In quelle ventiquattr'ore non accadde nulla di così terribile, ma l'assassinio a Sarajevo dell'erede al trono asburgico per mano del diciannovenne Gavrilo Princip, un nazionalista serbo-bosniaco, mise in moto una serie di eventi che portarono non solo agli orrori della Prima guerra mondiale, ma forse anche a quelli della Seconda mondiale, nonché all'ascesa al potere del fascismo e del comunismo.
Gavrilo Princip. |
In breve, quell'epoca violenta che gli storici hanno definito il secolo breve, 1914-1989, con il suo numero senza precedenti di vittime, di movimenti estremisti e di generale miseria umana, ebbe inizio con i colpi di pistola sparati quel festoso giorno d'estate [era il giorno di San Vito, in lingua slava Vidovdan, festa nazionale serba, N.d.T.].