Ecco una notizia del genere "uomo morde cane". Andrew Whitley, il direttore dell'ufficio rappresentativo di New York dell'Agenzia delle Nazioni Unite per il Soccorso e l'Occupazione dei Profughi palestinesi nel Vicino Oriente (Unrwa), ha detto nel corso di un colloquio a Washington che i palestinesi dovrebbero accettare il fatto che non torneranno mai più in Israele e che piuttosto che continuare a sognare dovrebbero lavorare per migliorare la loro situazione attuale.
Se si intavolasse rapidamente una discussione con i rifugiati perché essi riflettano su quello che potrebbe essere il loro stesso futuro – poiché spetta ad essi cominciare a discutere del loro ruolo in seno alle società dove vivono piuttosto che essere lasciati nel limbo dove sono impotenti ma continuano a mantenere le crudeli illusioni che forse un giorno faranno ritorno nella loro terra natia – allora non faremo che accumulare guai per noi stessi. (…)
Noi riconosciamo, come penso che la maggior parte faccia, anche se non è una posizione che abbiamo espresso pubblicamente, che il diritto al ritorno è poco suscettibile di essere esercitato nel territorio di Israele in una misura importante o significativa. Non è una questione politicamente accettabile, non è una di quelle che l'Unrwa perora pubblicamente, ma tuttavia è un aspetto conosciuto della questione.
Whitley conclude queste sorprendenti osservazioni suggerendo che l'Unrwa dovrebbe insediare i suoi clienti piuttosto che continuare a perpetuare il loro status di rifugiato.
Commento: Come fa piacere sentire simili parole. Come ho detto nel 2009, se i palestinesi rinunciassero ai loro sogni irredentisti di eliminare Israele, questo "li renderebbe liberi di concentrarsi sui loro affari politici, economici, sociali e culturali" e di "diventare un popolo normale".
Aggiornamento del 3 novembre 2010: Dopo le lagnanze dell'Autorità palestinese, del governo giordano e di molti altri, Whitley si è meschinamente scusato per i suoi commenti in una lettera indirizzata al portavoce dell'Unrwa:
Le scrivo dopo essermi reso conto – in seguito alle notizie dei media, alle dichiarazioni e alle missive della gente, delle organizzazioni e dei governi – che parte delle osservazioni espresse durante un colloquio sui rapporti arabo-americani, tenutosi a Washington il 22 ottobre 2010 e organizzato dal Consiglio nazionale, erano inappropriate e false. Queste osservazioni non rappresentano il punto di vista dell'Unrwa.
Desidero esprimere il mio sincero rammarico e porgere le mie sentite scuse per tutto il male che le mie parole potrebbero aver fatto alla causa dei rifugiati palestinesi e per tutte le offese recate. Ho trascorso gran parte della mia lunga carriera a lavorare per il popolo palestinese e a difendere i loro diritti, ricoprendo vari incarichi professionali. Non è di certo mia convinzione che i rifugiati dovrebbero rinunciare ai loro diritti fondamentali, incluso il diritto al ritorno.
Vorrei mettere questa lettera agli atti pubblici perché quanto da me detto a Washington potrebbe essere interpretato in modo lesivo della reputazione e dell'operato dell'Unrwa, un'organizzazione che sono fiero di servire dal luglio 2002. L'Agenzia è del tutto libera di utilizzare la mia dichiarazione in tutti i modi che ritenga opportuni. Non è necessario rispondere.
Cordiali saluti,
Andrew Whitley
Commento : Che l'Unrwa possa pensare di cessare la propria attività e di porre fine al conflitto arabo-israeliano è troppo bello per essere vero.