Nidal Malik Hasan. |
Oltre al nome, esistono diversi motivi per pensare che questi sia il macellaio di Fort Hood: egli ha ricevuto gli invii per posta per oltre sei mesi prima che la sua identità diventasse nota; l'uomo non ha aperto nessuna delle e-mail, presumibilmente da quando è finito in carcere; e una ricerca effettuata su Internet del suo indirizzo di posta elettronica nidalhasan@aol.com rileva che questo indirizzo è associato al jihadista del Texas (ad esempio, risulta dal profilo stilato dal Northeast Intelligence Network).
Commenti. (1) Non ho mai pensato che tutti i miei lettori o quelli del MEF condividano le nostre opinioni. Al contrario, le vivaci discussioni poste in essere negli oltre 100.000 commenti dei lettori pubblicati sul sito mostrano che i lettori hanno tutti dei loro punti di vista. E inoltre, non ho mai immaginato che un futuro terrorista potesse iscriversi alle nostre mailing list.
(2). Perché mai, e non posso non chiedermelo, Hasan avrebbe voluto tenere d'occhio l'operato del MEF? Una ricerca dell'opposizione? O potrebbe essersi avvicinato a noi furtivamente?
(3) Questa iscrizione dà nuova linfa alle preoccupazioni da me espresse nell'articolo del mio blog "Sto aiutando il nemico terrorista?" ed io torno qui a garantire che il MEF non fornisce inavvertitamente assistenza ai nemici del Paese.
(4) Permettetemi di terminare con una triste nota, questa notizia mi fa venire in mente quanto appreso da soli due mesi, sempre effettuando ordinari lavori di manutenzione, vale a dire che i miei articoli venivano ancora inviati all'indirizzo e-mail del Wall Street Journal dello scomparso Daniel Pearl, che si era iscritto alla mia mailing list prima di essere ucciso quasi otto anni fa.