Quali sono le conseguenze a lungo termine delle reazioni di protesta innescate dalle vignette satiriche su Maometto? Prevedo che ciò non contribuirà a portare a uno scontro di civiltà, ma ad un vicendevole allontanamento. Questa separazione, che è stata costruita da anni, ha delle incredibili implicazioni.
Segnali di distacco sono circostanti.
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Commercio. Attività di boicottaggio sono adesso poste in essere in entrambe le direzioni. Proprio come il governo americano sanziona i prodotti iraniani, il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad assevera che il suo governo "rivedrà e rescinderà i contratti economici" stipulati con i paesi in cui i quotidiani hanno pubblicato le caricature. Diversi paesi musulmani hanno interrotto i rapporti commerciali con la Danimarca, mentre in Canada i negozi di proprietà dei musulmani hanno rimosso dagli scaffali i prodotti danesi. L'associazione dei medici pakistani ha perfino annunciato un boicottaggio dei farmaci provenienti da cinque paesi europei.
Fulla e Razanne.
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Investimenti finanziari. In seguito al congelamento dei fondi e alla designazione di entità terroristiche, i musulmani hanno trasferito ingenti somme di capitali dai paesi occidentali per investirle nei loro paesi o in quelli dell'Asia orientale. Prima dell'11 settembre, gli esportatori mediorientali di petrolio pompavano qualcosa come 25 miliardi di dollari l'anno in investimenti americani; dopo l'11 settembre, la somma ammonta a 1 miliardo di dollari l'anno.
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Emigrazione. In seguito all'11 settembre i musulmani che volevano spostarsi in Occidente hanno dovuto fare i conti con un crescendo di impedimenti burocratici, pertanto meno dirigenti commerciali musulmani, e così anche studenti, pazienti bisognosi di cure ospedaliere, conferenzieri e lavoratori sono riusciti a raggiungere i paesi occidentali.
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Turismo. Le atrocità commesse dagli islamisti, come l'uccisione di 60 turisti di nazionalità giapponese, tedesca e svizzera, avvenuta a Luxor nel 1997, oppure il rapimento nel Sahara di 32 tedeschi e di altri turisti, risalente al 2003, avevano già indotto alcuni occidentali ad evitare di intraprendere viaggi nel mondo musulmano. La violenza scoppiata in seguito alla pubblicazione delle vignette ha spinto un consulente danese a mettere in guardia i cittadini dal viaggiare in quattordici paesi musulmani. Compagnie turistiche scandinave hanno cancellato parecchi viaggi in Nord-Africa.
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Aiuti esteri. Le aggressioni musulmane contro gli impiegati di organismi umanitari in Indonesia, Libano, Pakistan e nell'Autorità palestinese hanno indotto al parziale o totale ritiro delle missioni europee. In Cecenia, la missione umanitaria danese è stata espulsa e il Ministero dei Trasporti iracheno ha rifiutato ogni futura offerta finanziaria da parte della Danimarca a favore dell'opera di ricostruzione del paese.
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Ambasciate. Dal sequestro dell'ambasciata americana di Teheran nel 1978 ai molteplici attacchi lanciati nel corso di questo mese contro le ambasciate danesi e di altri paesi europei, gli assalti alle sedi delle missioni diplomatiche occidentali presenti nei paesi musulmani hanno costretto queste ultime ad assumere le sembianze di fortezze armate, causandone il trasferimento dai centri delle città alle periferie, e in taluni casi la chiusura.
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Fornitura di servizi occidentali. La Zayed University di Dubai ha licenziato una docente americana, Claudi Keepoz, perché aveva distribuito le caricature di Maometto ai suoi studenti. La furia dei palestinesi ha costretto gli osservatori europei che facevano parte della Temporary International Presence in Hebron (TIPH) a lasciare Hebron.
Questi sviluppi suggeriscono ciò che il premier malese Abdullah Ahmad Badawi ha definito come un "enorme abisso" esistente tra il mondo musulmano e quello occidentale. Oppure, utilizzando le parole più bellicose dell'influente imam sunnita Youssef al-Qaradawi, "Noi dobbiamo dire agli europei: ‘Noi possiamo vivere senza di voi, ma voi non potete vivere senza di noi'".
Se l'abisso dovesse ampliarsi, causando una contrazione delle interazioni umane, dei rapporti commerciali e degli impegni diplomatici, il mondo musulmano probabilmente resterà ulteriormente indietro rispetto a quanto lo sia già. Come scrissi nel 2000: "Qualunque parametro si impieghi, i musulmani ricoprono le ultime posizioni – se misurate in termini di valenza militare, di stabilità, di politica, di sviluppo economico, di corruzione, di diritti umani, di salute, di longevità e di alfabetizzazione".
Il distacco non farà che peggiorerà la difficile situazione musulmana. La riduzione dei contatti con i paesi più moderni, potenti e progrediti al mondo probabilmente indurrebbe i musulmani a indietreggiare in quelle posizioni e a precipitare in una condizione contrassegnata da autocommiserazione, gelosia, risentimento, rabbia e da atteggiamenti di aggressività.
Specie se messe a confronto con i successi mietuti dai musulmani in epoca pre-moderna, queste traumatiche circostanze contribuiscono a spiegare la crisi di identità che spesso porta i musulmani a cercare conforto nell'Islam radicale. Nell'interesse di tutti, è importante che i musulmani inizino in modo molto più proficuo a negoziare il loro ingresso nell'era moderna e non nell'isolamento.