L'autore, un giovane studioso dell'Università di Princeton, disdegna i non specialisti dello Yemen ("la maggior parte degli occidentali", osserva, "può a malapena trovarlo su una mappa"), e rifiuta quasi tutto ciò che pensiamo di sapere sulla situazione attuale dello Yemen (cioè, chi sta facendo la guerra a chi, la natura del movimento Houthi). Orkaby è anche ferocemente protettivo nei confronti degli yemeniti, fino all'apologia:
Piuttosto che essere caratterizzata dalla violenza e dai combattimenti, la vita tribale è una ricca esperienza culturale. Danze comunitarie, recitazioni di poesie, formazione religiosa e le elaborate celebrazioni delle pietre miliari della vita e delle festività sono parti importanti dell'idilliaca vita tribale e delle manifestazioni della ricca storia culturale e sociale dello Yemen.
Idilliaca?
Fortunatamente, è lo stesso Orkaby a fornire le prove per confutare tale stupidità. Ad esempio, egli scrive,
Fino al 2010, il governo yemenita ha continuato a perpetuare la falsa generalizzazione che il proprio Paese non ha gruppi etnici ed è del tutto omogeneo, quando in realtà lo Yemen ha un razzismo di vecchia data e istituzionalizzato basato su trascorsi storici e sul colore della pelle.
Nonostante questi inconvenienti, Yemen ha molto da insegnare ai non specialisti. Quanti lettori conoscono la scuola salafita di Dammaj, le confederazioni tribali Hashid e Bakil, la funzione vitale nell'agricoltura yemenita delle inondazioni improvvise, il ruolo chiave di Stafford Bettesworth Haines, i "Famosi Quaranta", la classe degli schiavi akhdam, o la bevanda al caffè chiamata qishr? Questo lettore ha appreso che la regione di Hadramawt ha solo 1,2 milioni di abitanti, ma la sua diaspora è dieci volte più grande (rendendola una versione mediorientale dell'Irlanda) ed è rimasto sorpreso nel rendersi conto che la dichiarazione di indipendenza del Regno Mutawakkilita dello Yemen avvenuta il 30 ottobre 1918, fece sì che fosse il primo Stato arabo moderno a proclamarsi sovrano.
Occupandosi dell'attuale guerra civile e della disperata situazione umanitaria che l'accompagna, Orkaby fornisce prove affidabili delle difficoltà del Paese, evidenziando fatti importanti ma poco noti, come la dipendenza dalle importazioni per il 90 per cento del suo grano e il 100 per cento del suo riso.
Come si addice a un libro di questo genere, il volume non ha una tesi generale, ma contiene un compendio di utili informazioni, utilizzando il modello "quello che tutti devono sapere" coniato dalla Oxford University Press che consta di domande brevi e risposte lunghe. Mentre alcune domande sono un po' ovvie ("C'è una gerarchia sociale nella società yemenita?") e le informazioni un po' casuali, la lettura del volume lascia al lettore un senso della storia e della cultura dello Yemen, uno dei Paesi più isolati e interessanti del mondo.