Nota dell'autore: Questo saggio è stato annunciato come "di prossima pubblicazione", nel mio libro del 1983, In the Path of God: Islam and Political Power (New York: Basic), p. 348, nota 47. Ci sono voluti 38 anni per completarlo, ma eccolo qui con un sottotitolo diverso. Questo articolo è la prima parte; la secondo parte, sull'epoca moderna, apparirà nel prossimo numero.
In una conversazione che avrebbe avuto luogo il 13 luglio 634, appena due anni dopo la morte di Maometto, venne chiesto a un uomo anziano che cosa pensasse del "profeta apparso tra i saraceni". Rispose che Maometto era "un impostore. I profeti non arrivano su un carro e impugnando spade?" Un'altra persona concordò, osservando: "Non c'è alcuna verità da parte del cosiddetto profeta, solo spargimento di sangue". Diversi mesi dopo, in un sermone pronunciato alla viglia di Natale del 634, il patriarca di Gerusalemme parlava dei musulmani come "la melma degli empi saraceni [che] minacciano massacri e distruzione" [1].
Pertanto, la reazione cristiana ai musulmani ebbe inizio in modo infausto in un momento in cui le passioni religiose erano all'apice e la ricettività alle nuove influenze era a un minimo storico. Questa risposta ostile rimase in seguito in gran parte statica nel successivo millennio, dal 634 al 1700. Solo negli ultimi tre secoli gli atteggiamenti sono cambiati, mescolando quella vecchia ostilità con qualcosa di sorprendentemente diverso.
Le pagine seguenti delineano le reazioni cristiane all'Islam e ai musulmani nel corso del millennio. Perché l'Europa [2] per così tanto tempo ha considerato negativamente i musulmani? Nella parte II ci si interrogherà sul motivo di questo cambiamento parziale e su quale sia la situazione attuale.
La sfida militare fuori dall'Europa
Due sfide, una militare e l'altra religiosa, spiegano l'iniziale e persistente animosità dell'Europa nei confronti dei musulmani. Non solo i musulmani conquistarono gran parte della cristianità prima del 1700 e minacciarono ciò che si opponeva al loro controllo, ma posero altresì una singolare sfida religiosa. La combinazione di queste due cose conferì loro un ruolo unico.
Quella che è stata definita "la più antica frontiera al mondo" [3] venne inaugurata con le vittorie militari dei musulmani sui cristiani. Due anni dopo la morte di Maometto, avvenuta nel 632, i musulmani iniziarono a razziare il territorio bizantino nel nord dell'Arabia; appena ottantadue anni dopo, avevano conquistato terre che si estendevano dai Pirenei all'Asia centrale. I cristiani costituivano la maggioranza della popolazione in numerose regioni finite sotto il controllo musulmano, tra cui la Siria, l'Egitto, la Nubia, il Nord Africa e la Spagna, così come i tanti cristiani che vivevano in Iraq e in Iran. Di fatto, in meno di un secolo, quasi tutto il mondo cristiano all'esterno dell'Europa e dell'Anatolia venne rapidamente inglobato in quelli che i musulmani chiamano Dar al-Islam (territori controllati dai governanti musulmani).
![]() In epoca premoderna. i cristiani costituivano la maggioranza della popolazione che finì sotto il controllo musulmano, tra cui la Siria, l'Egitto, la Nubia, il Nord Africa e la Spagna, così come i tanti cristiani che vivevano in Iraq e in Iran. In Europa, gli attacchi sferrati dopo il 955 provenivano per lo più da musulmani che continuarono i loro assalti fino al 1700. |
Con una sola eccezione, le poche regioni all'esterno dell'Europa che sopravvissero all'iniziale attacco arabo finirono per cadere sotto il dominio arabo. Costantinopoli, capitale dell'Impero bizantino e porta dell'Europa orientale, resistette agli attacchi musulmani per otto secoli, iniziando con una spedizione navale musulmana nel 654. La città finì per soccombere ai turchi ottomani il 29 maggio 1453, una delle date più nere e più importanti della storia del Cristianesimo. Per più di quattro secoli, dal 653 al 1071, l'Impero bizantino rimase saldo in Anatolia, ma poi i turchi invasero i suoi territori, eliminando l'ultimo regno greco nel 1461. Gli armeni passarono sotto il dominio musulmano nel 666 e vennero sottomessi, ad eccezione di un lungo periodo, dall'885 al 1375. Allo stesso modo, i georgiani caddero sotto il controllo musulmano nel 654, affrancandosi nel Medioevo per poi tornare sotto il dominio musulmano nel XVI secolo. Molti cristiani maroniti che vivevano nelle valli della Siria fuggirono dal dominio musulmano e raggiunsero le montagne del Libano: lì, mantennero la loro indipendenza per la maggior parte dell'era islamica, ma alla fine caddero sotto gli Ottomani. Dongola, in Sudan, riuscì a resistere fino al 1350 e la vicina Alwa fino al 1504.
Solo il regno cristiano dell'Etiopia resistette all'avanzata conquistatrice dei musulmani, divenendo così l'unica antica terra cristiana all'esterno dell'Europa in grado di sopravvivere. Ma anche questo regno avrebbe capitolato dinanzi al jihad (la guerra musulmana contro i non musulmani), se non fosse stato per ciò che la storica Elaine Sanceau definisce l'intervento "quasi miracoloso" di un piccolo contingente portoghese [4]. Fu pressoché miracoloso, perché l'invasione musulmana del 1529-1543, guidata da Ahmad Gran, avrebbe conquistato l'antico regno cristiano, se non fosse stato per 350 bombardieri e fucilieri portoghesi, che nel 1541, con l'aiuto di duecento etiopi, riuscirono a sopraffare 15 mila arcieri, 1.500 cavalleggeri e 200 archibugieri turchi.
![]() Preti ortodossi etiopi partecipano a una cerimonia religiosa ad Addis Abeba, in Etiopia. Nel IV secolo, l'Etiopia adottò il Cristianesimo come religione di Stato. Fu l'unico regno cristiano all'esterno dell'Europa a resistere all'avanzata conquistatrice dei musulmani. Più del 60 per cento degli etiopi continua a essere anche oggi cristiano. |
Queste terre cristiane andarono perdute in un momento in cui il Vicino Oriente e il Nord Africa – e non l'Europa – costituivano il cuore del Cristianesimo e comprendevano la maggior parte della sua popolazione, delle principali istituzioni e dei centri culturali. Il dominio musulmano distrusse il primato del Cristianesimo orientale e decimato il potere delle sue chiese. Quattro patriarcati su cinque (Alessandria, Antiochia, Costantinopoli e Gerusalemme) persero gran parte della loro autonomia e influenza quando vennero sottoposti al dominio musulmano. Gli europei occidentali, scrive Norman Daniel, consideravano la cristianità "una singola nazione, che con l'ascesa dell'Islam era stata derubata di un terzo delle sue migliori province", e ancor più in seguito [5]. L'Europa era rimasta orfana.
La sfida militare in Europa
Più vicine all'Europa, tutte le grandi isole del Mar Mediterraneo finirono sotto la dominazione musulmana, per qualche mese, come nel caso della Sardegna, a più di sei secoli, come per Cipro. I musulmani governarono le Isole Baleari dal 903 al 1228, e fecero irruzione nelle isole centinaia di anni prima e anche dopo quelle date. Governarono la Corsica dall'814 all'inizio del X secolo; Creta dall'826 al 961 e poi dal 1669 al 1897; Cipro, dal 649 al 965 e in seguito dal 1573 al 1878; Malta, dall'869 al 1091; Rodi, per breve tempo, dal 653 al 658 e dal 717 al 718, e poi dal 1522 al 1912; la Sardegna, dal 1015 al 1016; e la Sicilia, dall'827 (sebbene solo alcune parti dell'isola fossero sotto il controllo musulmano prima del 965) al 1091.
Per quanto riguarda l'Europa continentale, ondate di invasori l'attaccarono alla fine dell'Antichità e nei primi secoli del Medioevo. Incursioni di popoli non musulmani come i Celti, i Goti, i Magiari e i Vichinghi ebbero fine nel 955, con la sola eccezione dell'invasione mongola dell'Europa orientale, nel 1240-1241. Al contrario, i musulmani continuarono ad attaccare per quasi altri ottocento anni fino al 1700. Così, a parte i Mongoli (molti dei quali si convertirono all'Islam, e così facendo anche loro rientrarono nella schema), gli attacchi all'Europa dopo il 955 vennero sferrati prevalentemente dai musulmani.
Il jihad avvenne in due ondate principali: una campagna araba a ovest, dall'VIII al X secolo, e una campagna turca a est, dal XIV al XVII secolo. (Le due epoche del controllo musulmano su Creta, Cipro e Rodi riflettono questa doppia offensiva.)
Sulla terraferma europea, spesso i cristiani capitolarono dinanzi agli attacchi dei musulmani. Gli Arabi conquistarono la Spagna tra il 711 e il 716, e lì distrussero il regno cristiano visigoto, proseguirono per la Gallia, e nel 732, arrivarono fino a Poitiers, duecento miglia a sudovest da Parigi. Secondo la celebre ipotesi di Edward Gibbon, se non fosse stato per la vittoria dei Franchi a Poitiers,
forse la lettura del Corano sarebbe ora insegnata nelle scuole di Oxford, e i suoi pulpiti potrebbero dimostrare a un popolo circonciso la santità e la verità della rivelazione di Maometto [6].
Sebbene gli Arabi non riuscirono a stabilire una solida base fuori dall'Iberia, le loro incursioni divennero una sventurata realtà in molte parti dell'Europa del IX e del X secolo. Una di queste celebri incursioni portò gli invasori musulmani nell'846 alla periferia di Roma dove attaccarono la basilica papale di San Pietro. Un muro eretto dopo questa incursione per proteggere il Papa – con manodopera fornita in gran parte dei prigionieri musulmani – finì per portare alla creazione di uno Stato Vaticano indipendente. Un tempo, l'Italia ospitò un emirato musulmano indipendente, seppur per breve tempo (dall'853 all'871) e per quanto piccolo fosse (a Bari, vicino al tallone d'Italia).
Nell'889, i predoni arabi conquistarono la città di Fraxinetum (ora chiamata Garde-Frainet), nei pressi di St. Tropez, e ne mantennero il controllo per quasi mezzo secolo; da lì percorsero la valle del Rodano, raggiungendo la Svizzera, dove, nel 954, saccheggiarono il monastero di San Gallo, sul Lago di Costanza, oggi situato al confine tra la Svizzera e la Germania. Negli anni Venti, gran parte dei passi alpini erano controllati dai musulmani.
![]() Negli anni Venti, gran parte dei passi alpini erano controllati dai musulmani. Nel 954, i musulmani saccheggiarono il monastero di San Gallo (nella foto sopra), sul Lago di Costanza, oggi situato al confine tra la Svizzera e la Germania. |
La presenza araba si estendeva a est fino ad Atene, dove, intorno all'anno 1000, viveva una colonia di musulmani, i quali costruirono una moschea sul sito dell'antico tempio di Esculapio e lavorarono in città come manovali [7]. Queste invasioni sono ancora ricordate dai toponimi: pertanto, la cittadina svizzera di Pontresina, situata nei pressi di St. Moritz, prende il nome da latino "Pons Saracenorum", "Ponte dei Saraceni", un termine che designava nel Medioevo Arabi e musulmani [8]. Sebbene spaventose e fortemente impresse nella memoria dei residenti locali, queste incursioni non ebbero un'incidenza significativa: in effetti, molti secoli dopo aver conquistato la Spagna, i musulmani non fecero progressi duraturi in Europa.
Una seconda ondata di conquiste ebbe inizio del 1356 quando i Turchi ottomani attraversarono il Bosforo e sottrassero Gallipoli ai Bizantini. Nel corso dei secoli successivi, gli Ottomani conquistarono la Grecia e quasi l'intera regione balcanica, un fatto la cui memoria è conservata in molti toponimi: il termine balcanico, ad esempio, è una parola turca che sta per montagna. Numerose popolazioni cristiane, tra cui i greci, i serbi e gli ungheresi, caddero sotto il controllo dei musulmani. L'espansione ottomana raggiunse il suo apice durante i due falliti assedi di Vienna, nel 1529 e nel 1683.
Per tentare di liberare la Grecia dal dominio ottomano, una coalizione di eserciti mercenari europei bombardò il Partenone, che i Turchi utilizzavano come magazzino di stoccaggio, e nel settembre 1867, un attacco diretto e il conseguente incendio lasciarono la struttura nello stato rovinoso che ancor oggi conosciamo. (L'esplosione ebbe anche l'effetto di costringere i Turchi alla resa.)
La potenza turca si estese oltre i Balcani: a nord, gli Ottomani controllarono la regione polacca della Podolia dal 1672 al 1699; ad est, un'indipendente dinastia musulmana governò la Crimea dal 1475 al 1774; e ad ovest, gli Ottomani controllarono temporaneamente dal 1480 al 1481 la città italiana di Otranto. La potenza marittima musulmana poteva raggiungere quasi tutte le coste. In un caso estremo, nel 1627, due gruppi di pirati barbareschi, uno proveniente dal Marocco e l'altro dall'Algeria, sbarcarono in Islanda, sferrando un attacco che passò alla storia come Tyrkjaránið rapendo centinaia di abitanti per venderli come schiavi una volta tornati nel Nord Africa. Sebbene questi sviluppi non ebbero grandi risultati, le cose sarebbero potute andare diversamente. Se gli Ottomani non avessero rinunciato a portare a termine l'offensiva italiana a causa delle loro difficoltà interne, l'attacco avrebbe potuto avere enormi conseguenze, come rilevato da Bernard Lewis.
La facilità con cui, anni dopo, nel 1494-1495, i Francesi riuscirono a conquistare uno dopo l'altro gli Stati italiani, quasi senza incontrare alcuna resistenza, sta a indicare che se i Turchi avessero perseverato nei loro piani, avrebbero conquistato la maggior parte dell'Italia, se non tutta, senza eccessiva difficoltà. Una conquista turca dell'Italia nel 1480, quando il Rinascimento era agli albori avrebbe trasformato la storia del mondo [9].
Considerando l'insieme dell'Europa continentale, i musulmani a un certo punto si trovarono a controllare gran parte o tutti gli Stati moderni come Portogallo, Spagna, Ungheria, Croazia, Bosnia-Erzegovina, Serbia, Montenegro, Macedonia del Nord, Kosovo, Albania, Grecia, Bulgaria, Romania, Bielorussia e Moldavia. Inoltre, governarono parti di Francia, Svizzera, Italia, Austria, Polonia, Lituania, Slovacchia, Slovenia e Ucraina.
Questa diffusa presenza musulmana ebbe come conseguenza il fatto che i cristiani per milleduecento anni conquistarono ripetutamente la loro indipendenza contro i musulmani, dalla Reconquista spagnola, iniziata nel 722, alla guerra d'indipendenza dell'Albania, nel 1912. Non sorprende affatto che i musulmani fossero ampiamente considerati come il principale nemico e che le identità nazionali presero forma in opposizione ad essi in gran parte dell'Europa meridionale, specialmente in Portogallo, Spagna, Sicilia, Serbia, Grecia, Bulgaria e Romania. Gli Arabi, i Saraceni, i Mori, i terribili Turchi, le orde tartare e i pirati barbareschi servirono a mettere in risalto il valore cristiano. I santi (in particolare, re Luigi IX di Francia) si guadagnarono la reputazione opponendo resistenza ai musulmani.
I musulmani ebbero anche questo ruolo nella letteratura, che si trattasse dei poemi medievali Chanson de Roland e del Cantar de mio Cid o di quelli composti nella prima età moderna come Don Quixote e Os Lusíadas o ancora dei romanzi moderni Le Camp des Saints e Soumission [10]. L'inno nazionale di Andorra, divenuto ufficiale nel 1921, inizia con le seguenti parole: "Il grande Carlo Magno, mio padre, mi ha liberato dai Saraceni!".
Le ostilità con i musulmani stimolarono la tecnologia miliare. Ad esempio, Galileo sviluppò il telescopio non solo per dimostrare la teoria eliocentrica di Copernico, ma anche un "cannocchiale" che l'intelligence militare poteva utilizzare per vedere i vascelli ottomani due ore prima che a occhio nudo [11]. Il fatto di essere circondati da musulmani portò a delle scoperte navali, a cominciare da quelle promosse dal principe Enrico il Navigatore, Infante del Portogallo (1394-1460).
Una membrana di popoli musulmani che partiva dalla Spagna, si estendeva dal Nord Africa al Levante fino all'Asia centrale e alla Siberia, separava l'Europa medioevale dal resto dell'emisfero orientale. L'accerchiamento che esercitavano di fatto i musulmani non fece che esacerbare le convinzioni cristiane. Non solo furono pochi gli europei che riuscirono ad arrivare oltre i Paesi musulmani, ma i resoconti di viaggio in Asia e nell'Africa non musulmana furono spesso accolti con scetticismo.
Accerchiata dai musulmani e "preoccupata per i problemi immediati dovuti alla minaccia dell'Islam, l'Europa perse quasi completamente di vista l'Oriente [non musulmano] come paese reale", scrive lo storico Donald Lach [12]. I cristiani non si rendevano affatto conto quanto fosse limitata la loro visione: " L'Islam non solo obbligava i cristiani a vivere in un minuscolo mondo chiuso (...) faceva anche loro credere che questa esistenza fosse normale", osserva John Meyendorff [13]. Inoltre, gli europei spesso si sentivano isolati e senza speranze. Come scriveva Roger Bacon verso la fine del 1260 "ci sono pochi cristiani, il mondo intero è occupato da miscredenti e non c'è nessuno che mostri loro la verità" [14]. Fino al 1450 circa gli europei conservarono questo sentimento claustrofobico e questa sensazione di essere circondati da nemici.
Per circa un millennio, dall'attacco iniziale a Costantinopoli, nel 654, al secondo assedio di Vienna, nel 1683, i musulmani rappresenteranno per l'Europa la più grande sfida esterna, inducendo gli europei a preoccuparsi profondamente della loro potenza. La sfida posta dalla religione islamica non fece che rafforzare questa sensazione di minaccia.
La sfida religiosa: Una religione ingannevole, Maometto
La religione islamica preoccupava gli europei non meno degli eserciti musulmani. L'Islam presentava al Cristianesimo molte sfide senza precedenti: era visto come ingannevole. Presumeva di completare il Vangelo e di rimpiazzarlo. Offriva un modo di vivere alternativo praticabile e allettante, e attirava più cristiani convertiti rispetto a ogni altra religione. Nel 1845, l'eminente amministratore scozzese in India e studioso di Islam, Sir William Muir, scriveva che l'Islam era "l'unico antagonista aperto e temibile del Cristianesimo" [15]. Nel 1957, Wilfred Cantwell Smith aggiunse: "Fino a Karl Marx e all'ascesa del comunismo, il Profeta ha organizzato e lanciato l'unica grande sfida che la civiltà occidentale ha dovuto affrontare nel corso della propria storia" [16].
Per tutto il periodo medievale, i cristiani videro l'Islam non solo come una religione ingannevole, ma come una distorsione del messaggio cristiano, uno snaturamento della loro fede. San Giovanni Damasceno (morto intorno al 749) considerava la "superstizione degli Ismaeliti" un'eresia cristiana [17]. È in quest'ottica che i cristiani medievali immaginavano che i musulmani venerassero una trinità profana: Mahon (ossia Maometto), Tervagant e Apollin. Vedevano l'Islam come la quintessenza del male, un amalgama diabolicamente intelligente di dottrine concepite per sfruttare la debolezza umana. In una formula sintetica, Norman Daniel spiega come l'Islam rappresentasse "una tirannia sessualmente corrotta basata su falsi insegnamenti" [18].
Le accuse di manipolazione della religione, del potere e del sesso mosse contro l'Islam divennero parte integrante del repertorio europeo classico e mostrarono una "sorprendente tenacità", manifestandosi ripetutamente in varie forme e varietà infinite durante il Medioevo [19]. Come spiegava Richard Chenevix (1774-1830), autore irlandese di un'opera in due volumi sul carattere nazionale, l'Islam soddisfa ogni impulso malvagio:
Per adattarsi ai differenti tratti dell'Arabia Felix, dell'Arabia Petrea e dell'Arabia Deserta, anche la religione [islamica] doveva essere diversificata come queste regioni. Doveva essere feroce per l'una e sensuale per l'altra; vanesio, lussurioso, entusiasta e impetuoso per tutte. Al ladro, doveva inculcare il saccheggio dei miscredenti; al guerriero, doveva predicare conquiste e sterminio; al pigro, doveva consentire i piaceri dei sensi; a tutti i suoi adepti doveva promettere un'eternità di voluttuosa beatitudine, purché cadessero in difesa del Profeta [20].
Il rifiuto dell'Islam come fede valida si focalizzava sulla persona del profeta islamico Maometto. Annemarie Schimmel osserva che "nel mondo cristiano medievale, Maometto ha, più di ogni altro personaggio storico, suscitato paura, avversione e odio" [21]. I cristiani pensavano che Maometto fosse più che umano, perché, si chiedevano, come poteva un semplice mortale escogitare metodi così intelligenti per conquistare seguaci e far loro credere a delle menzogne evidenti? Il messaggio di Maometto rappresentava l'inganno e la violenza; in particolare, la sua vita (le numerosi mogli, la ratifica della poligamia e del concubinaggio) portò all'accusa di licenziosità. Daniel osserva che Maometto venne perseguitato per "la violenza e la forza con cui impose la sua religione; la salacità e il lassismo con cui corruppe i suoi seguaci senza costringerli; e infine la sua palese umanità, che si riteneva sempre necessario dimostrare, anche se nessun musulmano lo negava né desiderava farlo" [22].
Tali atteggiamenti nei confronti di Maometto giustificavano il rifiuto cristiano di ciò che l'Islam rappresentava. Se Maometto era un impostore, come potevano i musulmani essere sinceri? I cristiani esprimevano il loro scetticismo nei termini che utilizzavano. Così nella lingua inglese del XVI secolo, il nome "Mahomet" designava un idolo, mentre il termine "Maometry" significava idolatria [23].
Allo stesso modo, i cristiani europei mostrarono mancanza di rispetto per l'Islam assegnando nomi etnici anziché religiosi ai seguaci di Maometto. Come osserva Bernard Lewis, "in Grecia, i musulmani potevano essere Arabi, Persiani, Agareni, o anche Assiri; in Russia, erano Tartari; in Spagna, Mori; nella maggior parte dell'Europa, Turchi; e nel Cristianesimo occidentale e orientale erano comunemente chiamati Saraceni, un nome di origine oscura, ma che aveva sicuramente un significato etnico" [24].
La sfida religiosa: Le conversioni
Essendo popoli civilizzati che portavano con sé una fede religiosa elaborata e una cultura affascinante, i musulmani differivano da quasi tutti gli altri invasori dell'Europa, che erano popoli tribali dediti ai saccheggi. I musulmani fecero più che distruggere beni e proprietà: sfidarono la costante supremazia del Cristianesimo.
La maggior parte dei cristiani del Medioevo che vivevano nel Dar al-Islam fecero il passo definitivo, convertendosi all'Islam, la fede dei loro dominatori politici, sebbene a ritmi molto variabili. I cristiani quasi scomparvero dall'Arabia, dal Nord Africa e da gran parte dell'Anatolia, continuando però a essere presenti in Medio Oriente sotto forma di piccole minoranze. I copti oggi non rappresentano che un decimo della popolazione egiziana e nella Mezzaluna Fertile e in Iran sopravvivono poche vestigia delle comunità giacobite, malachite, nestoriane e ortodosse. È la solidarietà politica insieme all'inaccessibilità delle loro terre che ha permesso agli armeni e ai libanesi di continuare a essere in larga misura cristiani.
I cristiani in Medio Oriente sono attualmente circa quindici milioni, vivono principalmente in Egitto, Libano, Cipro e in Siria e costituiscono meno del 5 per cento dei 370 milioni di abitanti della regione.
In Europa, le conversioni cristiane all'Islam si verificarono su larga scala nella Penisola iberica, in qualche isola del Mar Mediterraneo e in alcune parti dei Balcani. Nel Medioevo, anche la Spagna e la Sicilia furono importanti centri della cultura musulmana. Talvolta, la riconquista cristiana riuscì a costringere i musulmani a lasciare completamente una regione, come accadde in Spagna e in tutte le grandi isole del Mediterraneo, ad eccezione di Cipro (dove oggi vivono circa 150 mila turchi autoctoni) [25].
La dominazione musulmana poté essere contrastata, ma molto meno le conversioni all'Islam, poiché solo un numero trascurabile di musulmani decide di abiurare, e in genere lo fa individualmente. I due principali casi di conversioni collettive – i Tartari in Russia, nel XVII secolo, e i Sunniti del Libano intorno al 1700 – ebbero luogo sotto la pressione e con l'aspettativa di vantaggi immediati per i conversi. Oggi, una popolazione musulmana autoctona (ossia esclusi coloro che sono emigrati in Europa nel secolo scorso o i recenti convertiti autoctoni all'Islam) di 15 milioni di abitanti vive in Europa, principalmente nei Balcani e nella Tracia turca. La più grande concentrazione e il numero maggiore di questi musulmani (circa 10 milioni) si trovano a Istanbul, un numero meno elevato in Albania, Bosnia Erzegovina, Kosovo e Montenegro.
Conclusioni
Lo scontro con l'Islam avvenne ottocento anni prima dei contatti con il Giappone o la Cina, con gli induisti o i buddisti, con gli africani o gli americani. In effetti, la natura particolarmente ostile delle opinioni europee nei confronti dei musulmani divenne evidente dall'inizio del XV secolo, con l'avvento delle grandi esplorazioni geografiche per mano dei Paesi europei quando i cristiani reagirono in modo molto più favorevole ai non musulmani che incontravano e i musulmani si contraddistinsero sempre più chiaramente come il nemico permanente.
Essendo gli unici avversari ostinati dell'Europa medievale, i musulmani suscitarono potenti reazioni che influenzarono l'insieme delle relazioni dell'Occidente con il resto del mondo. Il pianeta sembrava essere costituito da due importanti elementi: uno cristiano e l'altro musulmano, che rappresentavano rispettivamente il Sé e l'Altro, il bene e il male. Lo storico R. W. Southern considera "l'esistenza dell'Islam (...) il grave problema della cristianità medievale. Era un problema a tutti i livelli": pratico, teologico e storico [26]. Il fattore musulmano influenzò il senso del sé della cristianità medievale, le sue innovazioni, i suoi viaggi di esplorazione e la sua visione del mondo esterno.
[1] Walter Emil Kaegi, Jr., "Initial Byzantine Reactions to the Arab Conquest", Church History, June 1969, pp. 139-49.
[2] L'Europa è qui definita come la penisola occidentale – comprese le isole adiacenti – delimitata dal 30° meridiano Est, ad esclusione della maggior parte della Russia e della Turchia, con la notevole eccezione di Istanbul. La presente analisi si concentra specificamente sui cristiani nell'Europa premoderna e successivamente si amplia occasionalmente per includere l'Occidente nel suo insieme.
[3] Gai Eaton, Islam and the Destiny of Man (State Univ. of N.Y. Press and the Islamic Texts Society, 1985), p. 2. Quest'analisi accetta la narrazione convenzionale sulle origini dell'Islam.
[4] Elaine Sanceau, The Land of Prester John: A Chronicle of Portuguese Exploration (New York: Alfred A. Knopf, 1944), p. 136.
[5] Norman Daniel, Islam and the West: The Making of an Image (Edinburgh: The University Press, 1958), p. 109.
[6] Edward Gibbon, The History of the Decline and Fall of the Roman Empire, vol. 3 (London: Everyman's Library, 1993), p. 469.
[7] Kenneth M. Setton, "On the Raids of the Moslems in the Aegean in the Ninth and Tenth Centuries and Their Alleged Occupation of Athens", American Journal of Archaeology, 58 (1954): 319.
[8] Manfred W. Wenner, "The Arab/Muslim Presence in Medieval Central Europe", International Journal of Middle East Studies, Aug. 1980, p. 66 (con una lista di altri nomi).
[9] Bernard Lewis, The Muslim Discovery of Europe (New York and London: WW Norton, 2001), p. 32.
[10] Daniel Pipes, "Who Will Write France's Future?" The Washington Times, June 7, 2016.
[11] Dankwart A. Rustow, "The Military Legacy", in L. Carl Brown, ed., Imperial Legacy: The Ottoman Imprint on the Balkans and the Middle East (New York: Columbia University Press, 1996), pp. 252-53.
[12] Donald F. Lach, Asia in the Making of Europe, vol. 1, bk. 1 (Chicago: University of Chicago Press, 1965), p. 22.
[13] John Meyendorff, "Byzantine Views of Islam", Dumbarton Oaks Papers, 18 (1964): 131-32.
[14] Roger Bacon, Baconiis Opens Maius Pars Septima seu Moralis Philosophia, Eugenia Massa, ed. (Turici: In aedibus Thesauri mundi, 1953), 3:122; citato in R. W. Southern, Western Views of Islam in the Middle Ages (Cambridge, Mass.: Harvard University Press, 1962), p. 57.
[15] Sir William Muir, The Mohammedan Controversy and Other Indian Articles (Edinburgh: T. and T. Clark, 1897), p. 2.
[16] Wilfred Cantwell Smith, Islam in Modern History (Princeton, N.J. and Oxford: Princeton University Press and Oxford University Press, 1957), p. 105.
[17] La ricerca moderna ha ravvivato questa interpretazione, cfr. Robert Spencer, Did Muhammad Exist? An Inquiry into Islam's Obscure Origins (Wilmington, Del.: ISI Books, 2012).
[18] Norman Daniel, Islam, Europe and Empire (Edinburgh: Edinburgh University Press, 1966), p. 6.
[19] Southern, Western Views of Islam, p. 28.
[20] Richard Chenevix, An Essay upon National Character (London: James Duncan, 1832), vol. 1, p. 97.
[21] Annemarie Schimmel, And Muhammad Is His Messenger: The Veneration of the Prophet in Islamic Piety (Chapel Hill: The University of North Carolina Press, 1985), p. 3.
[22] Daniel, Islam and the West, p. 107.
[23] Oxford English Dictionary, s.v. "Mahomet" and "Mahometry".
[24] Bernard Lewis, "Gibbon on Muhammad", Daedalus, Summer 1976, p. 89.
[25] I musulmani vissero a Creta fino al 1923, quando ai sensi del Trattato di Losanna, dovettero lasciare la Turchia.
[26] Southern, Western Views on Islam, pp. 2-3.