Prima di passare alla notizia, una prefazione personale.
Sono deluso dal fatto che gli occidentali non si rendano conto che il burqa e il niqab, che coprono non solo la testa ma tutto il corpo, costituiscono una minaccia per la sicurezza pubblica. Una persona che indossa questi indumenti islamici può essere uomo o donna, può trasportare un fucile d'assalto e di solito può farla franca nascondendosi dietro l'anonimato.
Speravo che il mio articolo sui crimini e gli atti di violenza politica commessi indossando burqa e niqab, e che ora annovera circa 150 episodi, avrebbe convinto qualsiasi osservatore sensibile al problema della sicurezza pubblica; soprattutto, se si considera il fatto che questi episodi riguardavano il sequestro e lo stupro di minori, l'omicidio di agenti di polizia e altro ancora, e anche perché le banche e altre istituzioni erano a conoscenza del problema e avevano vietato l'uso di questi e altri indumenti che coprono il capo e il viso.
Non è stato così. Che si tratti di un'intellettuale come Martha Nussbaum, un giornalista come Joel Mathis, o del coro di voci che ha espresso pareri sul recente divieto del burkini sulle spiagge francesi, le questioni di sicurezza inducono la gente a fare spallucce perché quasi tutti focalizzano l'attenzione sul simbolismo di questi due indumenti che sia in relazione all'accoglienza del prossimo, all'inibizione dell'interazione sociale o alla condizione della donna.
Per motivi che mi sfuggono, il burkini solleva più proteste rispetto al burqa. Uno non è pericoloso, l'altro sì. |
Pur comprendendo queste preoccupazioni, non vedo come si possa mettere al bando un capo di abbigliamento perché disturba la sensibilità di qualcuno. Beh, il cattivo gusto è un diritto umano; una persona può indossare una giacca a quadri verse e rosa e io non ho alcun diritto di vietarlo solo perché la cosa mi offende. Lo stesso dicasi per il burqa e il niqab. Posso vietarne l'uso se costituiscono un pericolo, com'è il caso.
Questo per quanto concerne l'Occidente. Ora, andiamo alla notizia che riguarda lo Stato islamico, roccaforte del burqa, dove le donne possono essere frustate se non lo indossano; Iran Front Page ha tradotto un pezzo in lingua persiana pubblicato da Al-Alam News Network, un'agenzia di stampa del regime iraniano:
Una fonte locale della provincia irachena di Ninive ha annunciato, venerdì 2 settembre, che il gruppo terroristico [Isis] ha emesso l'ordine che proibisce alle donne di indossare il burqa o il niqab nelle zone militari e nei centri di sicurezza. La decisione, secondo la fonte, è arrivata dopo che alcune donne completamente velate hanno ucciso negli ultimi mesi un certo numero di comandanti e membri dell'Isis.
Commenti:
(1) Primo paradosso: i leader dell'Isis dapprima impongono l'uso del burqa per poi vietarlo nelle zone sensibili, essendosi resi conto che è una perfetta copertura per compiere attacchi contro lo stesso Stato islamico. Se gli attacchi dovessero continuare, forse l'Isis dovrà vietare il burqa in tutti i luoghi pubblici, il che sarebbe un bel cambiamento.
Membri dell'Isis della Brigata Al-Khansaa, un corpo di polizia femminile, nei loro burqa. |
(2) Secondo paradosso: il regime islamista più retrogrado, estremista e macabro che esiste sulla terra, riconosce che il burqa costituisce un pericolo per la sicurezza pubblica, mentre i moderni e democratici Stati dell'Occidente non lo capiscono.
(3) Terzo paradosso: nonostante la mia delusione su questo tema, credo che sia solo una questione di più attacchi e più tempo prima che gli occidentali si rendano conto di questo problema. Ma quanti altri devono essere derubati, stuprati e uccisi prima che ciò accada?