Dopo forti polemiche, il politico britannico Herbert Samuel (1870-963) fu per primo nominato Alto Commissario per la Palestina, un posto che occupò dal 1920 al 1925. Ebreo e sionista influente, Samuel fece di tutto per non favorire l'Yishuv, al punto di promuovere gli interessi dei palestinesi più ostili alla presenza ebraica. Più notoriamente, Samuel nominò Amin al-Husseini mufti della Palestina, una posizione che Husseini utilizzò per diventare il personaggio più potente all'epoca del mandato e fu il palestinese che fece più danni che mai al sionismo (sì, ancor più di suo nipote Yasser Arafat).
Sir Herbert Samuel. |
Nonostante i grossi tagli al bilancio della difesa statunitense, Hagel ha promesso nel suo incontro con Barak di volere assicurare la continuità di erogazione dei finanziamenti per il sistema di difesa missilistico Iron Dome e Arrow. Il portavoce del Pentagono, George Little, ha spiegato che "durante l'incontro, Hagel ha espresso un forte impegno in favore della sicurezza di Israele, tra cui la necessità di mantenere la superiorità qualitativa degli armamenti israeliani e un continuo sostegno degli Stati Uniti per i sistemi di difesa missilistica, nonostante i vincoli di bilancio". Little ha anche riferito che Hagel ha affermato di avere instaurato un rapporto di collaborazione eccezionale con Barak.
Hagel ha altresì avuto parole cordiali per Israele: "Apprezzo la relazione strategica fra le nostre due nazioni e non vedo l'ora di rafforzare la cooperazione fra i due establishment della difesa".
Hagel ora si è recato in Israele – la sua prima visita in un Paese straniero oltre all'Afghanistan, dove ha concentrato l'attenzione sulle truppe statunitensi – e ha incontrato le autorità governative. Egli ha anche fatto e detto cose che piacciono a Israele. Qui di seguito uno stralcio di un pezzo del New York Times dal titolo "Hagel in Israele prosegue con il programma Usa volto a dissuadere l'Iran":
Hagel, che durante la sua audizione di conferma è stato sottoposto a un esame approfondito e persino ostile in merito al fatto se fosse abbastanza favorevole a Israele, ha elogiato "la relazione molto speciale" fra gli Stati Uniti e Israele. Egli ha ripetutamente posto l'accento sul diritto di Israele a difendersi "in una regione del mondo molto pericolosa e infiammabile". (…)
Hagel ha ammesso che ci potrebbero essere delle differenze "minori" fra gli Stati Uniti e Israele in merito alla tempistica con cui l'Iran potrebbe acquisire la capacità di sviluppare armi nucleari. "Penso che sia importante che noi tutti manteniamo la nostra attenzione focalizzata sull'obiettivo", egli ha detto. "E non c'è alcun dubbio…che all'Iran sarà impedito di acquisire quella capacità nucleare". (…)
Durante i suoi viaggi, Hagel persevererà nel suo obiettivo di vendere un pacchetto di forniture di armi da 10 miliardi di dollari volto ad aumentare ulteriormente il vantaggio militare di Israele sulle altre potenze presenti nella regione e a rafforzare le forze armate di due importanti alleati del Golfo Persico: l'Arabia Saudita e gli Emirati arabi uniti. Nell'accordo sulle armi per Israele sono inclusi aerei rifornimento e trasporto truppe, i cosiddetti V-22 Osprey, che possono essere usati per trasportare le truppe e pattugliare i confini e le coste, come pure i radar avanzati per aerei da guerra israeliani. (…)
E i due sistemi da vendere a Israele – una nuova generazione di navi cisterna per il rifornimento di carburante aereo e di missili avanzati che puntano sui segnali radar per distruggere i siti di difesa aerea – sarebbero importanti in ogni attacco contro gli impianti nucleari iraniani. Hagel ha detto che le vendite delle armi sono servite come "un altro segnale molto chiaro per l'Iran".
Qui di seguito la dichiarazione di Hagel prima di un incontro con Netanyahu (ho messo in grassetto alcune parole che rivestono una particolare attenzione):
Ho sempre apprezzato questo Paese, la gente, la leadership e il coraggio che voi rappresentate e ciò che è stato realizzato in Israele. È un modello per il mondo e i rapporti fra i nostri due Paesi, come avrete notato, non sono stati mai così forti, non solo dal punto di vista militare, ma anche in base a tutti gli altri metri da applicare alle relazioni, ma come anche Lei avrà notato, Signor Primo ministro, questi rapporti si basano sui valori comuni e sul rispetto degli altri, e questo è il fondamento di ogni relazione. (…)
Binyamin Netanyahu e Chuck Hagel, grandi amici.
Questo è un momento in cui amici e alleati devono rimanere vicini, più vicini che mai. Mi sono impegnato a continuare a rafforzare questa relazione, a proteggerla, e come Lei sa una delle principali ragioni per cui sono qui è per fare questo. (…) Sono riuscito a fare un lungo giro sino alle frontiere settentrionali e orientali, e ancora una volta ciò mi rammenta i pericoli, le difficoltà e le sfide. Ma credo che insieme, lavorando con i nostri alleati e amici, noi saremo in grado di fare ciò che è giusto per il suo Paese e per il mio, e di rendere questa regione migliore e più sicura, di rendere Israele più sicuro.
Hagel ha poi risposto alle domande della stampa e si è ingraziato le IDF, le Forze di difesa israeliane. Israel Hayom riporta:
Lunedì, è stato chiesto a Hagel se riteneva che fosse opportuno per Israele attaccare l'Iran da solo. "Questo calcolo deve essere fatto da Israele", egli ha replicato dopo aver osservato, "Israele è una nazione sovrana; ogni nazione sovrana ha diritto di difendersi". Hagel non ha menzionato una preoccupazione che i funzionari americani avevano espresso in passato, vale a dire che un attacco israeliano rischierebbe di innescare una guerra più ampia che potrebbe coinvolgere gli Stati Uniti.
Hagel ha concluso il suo viaggio di tre giorni in Israele visitando un'unità di forze speciali che addestra i cani dell'esercito a trovare armi ed esplosivi nascosti. Egli si è unito ai soldati e ha assistito a una breve dimostrazione dell'abilità dei cani.
Forse sentiremo parole molto amichevoli per Israele quando il 9 maggio Hagel pronuncerà il suo discorso intitolato "La politica di difesa statunitense in Medio Oriente" al Washington Institute for Near Eastern Policy. (Storicamente, i politici americani pronunciano dichiarazioni pro-Israele davanti alle organizzazioni filo-israeliane.)
Commenti: 1) Henry Kissinger ha seguito altresì lo schema di Samuel, tendendo a remare contro Israele per compensare il fatto di essere considerato filo-israeliano 2) Come suggeriscono le traiettorie di Samuel e Hagel, la politica è paradossale. 3) Talvolta è meglio quando un avversario si sente costretto a dimostrare la sua buona fede.