Molti sono pronti a far festa per la fine politica dell'inviso, eccentrico e folle Muammar Gheddafi mentre le truppe dei ribelli entrano a Tripoli. Io non faccio festa. E vi spiego il perché.
L'intervento della Nato del marzo scorso è stato fatto senza la dovuta diligenza verso chi a Bengasi stava dando una mano d'aiuto. Fino ad oggi, la loro identità [di chi presta aiuto] è un mistero. Ci sono buone probabilità che le forze islamiste si nascondano dietro gli elementi più benevoli, aspettando il momento giusto per uscire allo scoperto e balzare addosso, come accadde grossomodo in Iran nel 1978-79, quando gli islamisti non rivelarono la loro forza né il loro programma finché lo Scià non fu eliminato. Se questo dovesse essere oggi il caso della Libia, allora il povero Gheddafi si rivelerà migliore dei suoi successori tanto per i soggetti libici della tirannia quanto per l'Occidente.
Spero di sbagliarmi e che i ribelli siano moderni e liberali. Ma temo che un dispotismo senza via d'uscita sarà rimpiazzato dagli agenti di un movimento ideologico mondiale. Temo che le forze occidentali condurranno al potere i peggiori nemici della civiltà.