Nell'apprendere che Barack Obama ha invitato Binyamin Netanyahu a fargli visita il 23 marzo, presumibilmente per discutere di argomenti importanti come l'annuncio di voler costruire nuove unità abitative a Gerusalemme e indurlo ad essere cortese con Mahmoud Abbas dell'Olp, non posso fare a meno di immaginare ciò che direi al presidente:
Netanyahu ha già incontrato Obama. |
- Si metta da parte la questione palestinese, che come dimostrato lo scorso anno ha poche opportunità di avere una svolta.
- Piuttosto, è meglio focalizzare l'attenzione sulla questione estremamente pericolosa della proliferazione nucleare iraniana.
- È troppo tardi per risoluzioni, accordi sanzioni con cui far fronte a questa proliferazione.
- La sola decisione rimasta è quella se distruggere o meno l'infrastruttura nucleare.
- Le forze armate americane dispongono delle migliori risorse e devono assumersi l'impegno di condurre questa operazione.
- Se così non fosse, le forze armate israeliane dovrebbero fare il lavoro.
- Che sarà difficile; l'intelligence delle IDF, aerei e carichi utili potrebbero non essere adeguati.
- Pertanto, solamente delle armi nucleari in dotazione a sottomarini israeliani possono assicurare il successo dell'operazione.
- Nessuno vuole questo, quindi sarebbe meglio che il governo Usa si metta all'opera.
Di fronte a una simile logica spero che Obama metta da parte la questione palestinese, almeno per il momento.