Con il declino del marxismo-leninismo, l'islam fondamentalista è ora l'ideologia anti-americana per eccellenza su scala mondiale. A dire il vero, i fondamentalisti mancano di qualche punto forte di cui invece hanno beneficiato i comunisti. In particolare, non sono in possesso di missili balistici e la loro ideologia non desta l'interesse generale. Ma dal momento che disprezzano in modo quasi ossessivo l'Occidente, adesso probabilmente rappresentano il nostro nemico numero uno.
Non tutti gli osservatori concordano. Molti sostengono che i fondamentalisti non costituiscono per noi una reale minaccia, poiché la maggior parte di loro è alla ricerca di valori come la probità e la responsabilità individuale. Il problema è che questa interpretazione ignora lo spirito politicamente ambizioso del fondamentalismo. I suoi sostenitori sostengono di conoscere la verità di Dio e di non avere bisogno di elezioni. Essi impongono le loro idee agli altri e reprimono le voci dissidenti. Per migliorare la loro società, la sconvolgono; per propagare il loro marchio di virtù inviano gli eserciti ai confini.
Suona familiare? Dovrebbe, poiché si tratta solo di un'altra delle ideologie totalitarie del XX secolo. Detto questo, occorre sottolineare due punti che mettono in guardia: il problema da affrontare non è l'islam (in quanto religione), ma l'islam fondamentalista (che è una ideologia). Possiamo combattere l'ideologia se al contempo rispettiamo il credo religioso. Questo, dopotutto, è ciò che fanno parecchi musulmani che rifiutano di accettare questa ideologia.
In secondo luogo, i fondamentalisti non costituiscono un movimento unico. Se condividono certe convinzioni (come "l'islam è la soluzione") e talune opinioni (come i comportamenti anti-occidentali), essi sono estremamente diversi tra loro per temperamento e a livello di specifiche linee politiche.
In questi ultimi mesi, la questione fondamentalista è giunta a una fase cruciale in Algeria, che è una ex colonia francese dell'Africa settentrionale di circa 20milioni di abitanti. Lì i fondamentalisti hanno sferrato una guerra civile vera e propria contro il governo, un regime terzo-mondista in ripresa. La posta in Algeria è alta poiché ciò che accade lì potrebbe avere un maggiore impatto su due religioni di grande importanza per noi. Se i fondamentalisti dovessero arrivare al potere si metterebbe in moto un vasto esodo di algerini e di altri profughi nordafricani in direzione dell'Europa Occidentale, dove la loro presenza potrebbe suscitare una reazione violenta molto destabilizzante e reazionaria.
In secondo luogo, una vittoria dei fondamentalisti in Algeria darebbe probabilmente a questi ultimi un grosso aiuto psicologico e materiale – proprio ciò di cui necessitano per arrivare al potere negli altri Paesi mediorientali, in particolar modo l'Egitto. Ciò avrebbe delle conseguenze terribili per gli interessi americani nella regione, come ad esempio interrompere il processo di pace arabo-israeliano e mettere in pericolo il libero flusso di petrolio proveniente dal Golfo Persico.
Per questi motivi, è di estrema importanza che i fondamentalisti non prendano il potere in Algeria. Sfortunatamente, l'amministrazione Clinton segue una politica che tiene buoni i fondamentalisti in Algeria. Washington farebbe molto meglio ad adottare una politica inflessibile simile a quella adottata dal governo francese.
Il che comporta:
Comprendere che i fondamentalisti hanno cattive intenzioni verso di noi. La maggior parte dei fondamentalisti odiano la cultura occidentale, ricusano i risultati da noi raggiunti e ci minacciano. Il Ministro degli Esteri francese coglie nel segno quando descrive il principale partito fondamentalista algerino come "terrorista, anti-europeo e anti-occidentale". Questa gente non ci vuole bene.
Porre fine al tentativo di individuare i fondamentalisti moderati. Gli Usa cercano di fare una distinzione tra fondamentalisti "moderati" ed "estremisti", una distinzione inutile. Infatti, come ha osservato il pro-occidentale Presidente della Tunisia, tutti i fondamentalisti condividono lo stesso "obiettivo finale": "la costruzione di uno Stato totalitario e teocratico".
Fare pressioni sull'Iran e sul Sudan affinché essi restringano gli aiuti offerti ai ribelli algerini. Questi Paesi fondamentalisti offrono importanti aiuti – compresi la consulenza politica, gli appoggi diplomatici, i finanziamenti e la fornitura di armi. Noi e i nostri alleati disponiamo di innumerevoli strumenti con i quale interrompere questi appoggi.
Appoggiare i musulmani contrari al fondamentalismo. Nel caso dell'Algeria, dovremmo unirci al governo francese nel mettere in chiaro che noi non vogliamo che i fondamentalisti prendano il potere. Come ha asserito il premier francese Edouard Balladiur, riferendosi all'Algeria: "Si deve scegliere tra la capacità delle autorità di tenere sotto controllo la situazione o l'arrivo al potere dei fondamentalisti musulmani". Le autorità francesi ammettono che "le autorità al potere algerine non sono un modello di governo democratico", ma offrono loro tutto l'appoggio poiché esse sono di gran lunga preferibili a un regime fondamentalista, dal momento che il governo in carica non costituisce una minaccia né per i nostri interessi né per i diritti umani degli algerini, come invece la costituirebbero i suoi successori fondamentalisti.
Stroncare l'infrastruttura dei fondamentalisti in seno agli Stati Uniti. Con grande delusione dei musulmani che non sono fondamentalisti, gli Stati Uniti sono diventati, come ha detto del Presidente della Tunisia, "il quartier generale di retroguardia dei terroristi fondamentalisti". Senza quasi alcuna ombra di dubbio, lì essi raccolgono e riciclano il denaro, forniscono collegamenti e fanno propaganda.