John O. Brennan, assistente di Barack Obama per la sicurezza nazionale ed il controterrorismo, in un discorso del 6 agosto dal titolo «Un nuovo approccio per la salvaguardia degli americani» ha opportunamente abbozzato gli errori della politica presente e futura dell'Amministrazione. Tanto per cominciare, il suo sermone pronunciato presso il Centro per gli studi strategici e internazionali a Washington ha un tono inconsueto. «Adulatorio» è l'aggettivo che fa balenare nella mente, visto che Brennan per ben novanta volte in 5.000 parole nomina «il presidente Obama», dice «egli», «suo» oppure «il presidente». Desta preoccupazione il fatto che Brennan attribuisca praticamente ogni opinione o linea politica enunciata nel discorso alla saggezza di The One. Questo predicozzo che istiga alla deferenza ricorda quello di un funzionario nordcoreano che rende omaggio al "Caro Leader". I dettagli non sono migliori. Essenzialmente, Brennan chiede di ricorrere all'appeasement con i terroristi: «Proprio mentre condanniamo e ci opponiamo alle tattiche illegittime utilizzate dai terroristi abbiamo bisogno di riconoscere e di occuparci dei bisogni legittimi e delle rimostranze della gente comune che questi terroristi affermano di rappresentare». Ci si chiede quali legittimi bisogni e rimostranze egli pensa che al-Qaeda rappresenti.
John O. Brennan, assistente di Barack Obama per la sicurezza nazionale ed il controterrorismo. |
Il discorso contiene inquietanti segnali di inettitudine. Apprendiamo che Obama ritiene che le armi nucleari in mano ai terroristi costituiscono «la più immediata ed estrema minaccia alla sicurezza globale». D'accordo. Ma come egli replica? Con tre deboli e pressoché irrilevanti linee d'azione: «condurre lo sforzo per un regime di non-proliferazione globale, lanciare uno sforzo internazionale per rendere sicuro tutto il materiale nucleare vulnerabile nel mondo (…) ed ospitare un summit nucleare globale». E Brennan non è neppure in grado di pensare correttamente. Eccone un esempio con una lunga citazione: «La povertà non è causa di violenza e terrorismo. La mancanza d'istruzione non è causa del terrorismo. Ma proprio come non c'è alcuna giustificazione per l'ingiustificato massacro di innocenti, non si può negare che quando i bambini non hanno alcuna speranza di ricevere un'istruzione, quando i giovani non hanno speranza alcuna di avere un lavoro e si sentono tagliati fuori dal mondo moderno, quando i governi non riescono a provvedere ai bisogni primari della popolazione, allora la gente diventa più sensibile alle ideologie di violenza e di morte».
Riassumendo: povertà e mancanza d'istruzione non causano il terrorismo, ma la mancanza d'istruzione e la disoccupazione rendono la gente più sensibile alle idee che portano al terrorismo. Qual è la differenza? Poveri noi, se la Casa Bianca accetta quest'assurdità come analisi.
Inoltre, focalizziamo l'attenzione sull'asserzione «quando i governi non riescono a provvedere ai bisogni primari della popolazione, allora la gente diventa più sensibile alle ideologie di violenza e di morte», poiché essa contiene due incredibili errori. Innanzitutto, questa affermazione accoglie la bugia socialista che sono i governi a provvedere ai bisogni primari. Non è così. Se non in alcuni Stati ricchi di beni economici, i governi tutelano ed offrono strutture legali, mentre è il mercato a provvedere ai bisogni.
In secondo luogo, ogni studio sull'argomento non rileva alcun nesso tra le tensioni personali (povertà, mancanza d'istruzione, disoccupazione) e l'attrazione per l'Islam radicale. Se mai furono i massicci trasferimenti di risorse in Medio Oriente a partire dal 1970 a contribuire all'affermazione dell'Islam radicale. L'Amministrazione basa la sua politica su una menzogna. L'attuazione delle politiche inette abbozzata da Brennan costituisce un pericolo per gli americani, per i loro interessi ed i loro alleati. Le dolorose conseguenze di questi errori diventeranno abbastanza presto evidenti.