DAL NOSTRO CORRISPONDENTE WASHINGTON - Sulla teoria del complotto affrontata da Pierluigi Battista in un editoriale e discussa da Umberto Eco con Gianni Riotta sul Corriere della Sera del 12 luglio, Daniel Pipes ha scritto due libri, The Hidden Man (L'uomo nascosto, o come diremmo noi il Grande vecchio) nel ‘96, e Conspiracy (Congiura) nel ‘97, questo secondo d'imminente pubblicazione in Italia.
Direttore dell'Istituto di studi mediorientali a Filadelfia, consulente della Casa Bianca e del Congresso a Washington, Pipes, uno dei più importanti studiosi americani dell'Islam, ricorda che non si sorprese quando il Mossad israeliano venne accusato di essere intervenuto per avvisare gli ebrei di lasciare le Torri Gemelle.
Così come non si sorprende delle voci che dietro la strage della metropolitana di Londra ci siano i servizi segreti anglo-americani.
«Nata in Europa nel XII secolo e poi esportata in America, la teoria del complotto accompagna da 900 anni i grandi eventi storici. Spesso è innocua perché infondata. Ma quando chi la coltiva va al potere, come Hitler e Stalin, produce genocidi e atrocità, dall'Olocausto al Gulag».
Eco ne ha ricostruito il percorso ricordando anche che è alla base di molti libri in tutti i tempi, dall'Iliade al Codice Da Vinci. Che cosa ne pensa?
«Io distinguo tra la teoria del piccolo e la teoria del grande complotto. Il piccolo complotto può essere quello che attribuiamo a un vicino o un parente, come può essere quello politico e militare che si traduce in un golpe in un singolo Paese. Questa teoria è diffusa dovunque nel mondo. Il grande complotto è quello di una società segreta, oppure di un'etnia o di un governo, che vuole conquistare il mondo. Questa teoria è europea, non esisteva nelle altre culture. L'Islam la ignorava, l'ha acquisita dall'Europa, come l'America».
Nel libro Conspiracy lei la fa nascere con l'Ordine dei templari.
«Esatto. L'Ordine dei cavalieri del Tempio istituito a Gerusalemme nel XII secolo fu il primo ordine religioso e militare con i crismi della società segreta, e gli venne attribuito l'intento di controllare l'intera umanità. Fu bandito dalla Francia intorno al 1340 ma c'è chi dice che rinacque nella massoneria. La teoria del complotto prese più tardi a bersaglio gli Illuministi, e alcuni anni fa la Commissione trilaterale, altre presunte società segrete, solo per fare due esempi».
Nel libro lei individua una seconda teoria del grande complotto, quello degli ebrei e Israele.
«Precisamente. La teoria del complotto ebraico per il dominio mondiale provocò i primi pogrom nella regione del Reno, e successivamente nella Russia zarista, e generò in Occidente libelli come I protocolli dei savi di Sion, lo evidenzia anche Eco. Non sorprende che abbia attecchito nei Paesi arabi, che se ne valgono contro lo Stato di Israele. E' alla radice dell'antisemitismo passato e presente».
Come mai la teoria del grande complotto ha finito per coinvolgere i governi inglese e americano?
«Per quanto riguarda l'Inghilterra si diffuse con l'espansione del suo impero nel secolo XIX, e l'America con la sua ascesa a superpotenza nel secolo XX. E' facile anche se totalmente sbagliato vedere nei servizi segreti inglesi e americani forze occulte e maligne. Quando morì la principessa Diana, scrissi un articolo sulla reazione dei Paesi arabi: tra le tante tesi, illustrai quella che Diana, fidanzata a un egiziano, fosse stata eliminata perché i reali inglesi non volevano un nipote musulmano».
Società segrete, Israele e America: è questa la troika della congiura dei più gravi attentati terroristici?
«Sì, ma solo da noi e voi e nell'Islam. Sono uno storico dell'Islam e, lo ripeto, nella sua cultura la teoria del grande complotto per il predominio mondiale non era mai affiorata. Le cito un esempio: il Pakistan non attribuì mai questa intenzione all'India, il suo nemico storico, come avrebbe potuto fare».
E' una teoria pericolosa?
«Da quanto la esposi sono passati dieci anni, e purtroppo da allora si è diffusa ancora di più. Se un Paese potente finisse in mano a qualcuno che la accetta sarebbero grossi guai. Le ho parlato di Hitler e Stalin: il primo era ossessionato dal grande complotto ebraico, il secondo dal grande complotto dei gruppi segreti. Ne scaturirono la guerra più sanguinosa della storia e le persecuzioni più atroci di milioni di innocenti in tutta l'Europa».