Scritto con toni infuocati dalla celebre giornalista italiana che da anni vive a New York, La Rabbia e l'Orgoglio rompe il decennale silenzio che l'autrice si era imposta, per esprimere opinioni in merito all'Islam e ai musulmani. Se la Fallaci vanta una lunga esperienza su temi del genere (famosa la sua intervista all'Ayatollah Khomeini e si ricorda anche Inshallah, un romanzo sulle truppe italiane in Libano nel 1983) non pretende però di essere una specialista, e questo volumetto lo mette in luce perfettamente.
In Italia, La Rabbia e l'Orgoglio ha destato un certo scalpore (vendendo circa un milione di copie) come anche in Francia, dove ha suscitato irritazione. Dopo che un settimanale francese ha pubblicato un estratto del libro, il Mouvement contre le Racisme et l'Amitié entre les Peuples (MRAP) ha tentato di proibire la vendita del volume sostenendo che si trattava di "un feroce attacco contro l'Islam". La Fallaci ha riferito di aver ricevuto minacce di morte. Non essendo proprio una mammoletta, la giornalista ha minacciato di chiamare in giudizio l'MRAP per diffamazione, ma non lo ha fatto dal momento che il giudice ha autorizzato la vendita del libro.
La Fallaci non ammira la civiltà islamica, che respinge con un ampio gesto della mano dal momento che essa ha lasciato "delle moschee bellissime e nessun contributo alla storia del pensiero" e nutre un profondo disprezzo nei confronti delle donne al punto che le loro morti "non rivestono affatto alcuna importanza". La scrittrice considera Osama bin Laden non come un estremista, ma come "la più recente manifestazione" di una realtà islamica che risale a 1.400 anni fa. Ella si preoccupa per il futuro della civiltà occidentale ("Muezzin in luogo di orologi, chador e burqa che subentrano alle minigonne, latte di cammello che sostituisce il cognac") ma commette alcuni errori elementari (24 milioni di arabi musulmani presenti negli Stati Uniti?).
La Rabbia e l'Orgoglio, come un certo numero di altri attacchi lanciati dai paesi europei contro l'Islam, trova un vasto e ricettivo pubblico di lettori; in realtà ciò che essi arrivano a dimostrare è la mera natura primitiva del dibattito pubblico riguardo l'Islam esistente in quei paesi.