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Hosler, il quale appartiene a una razza in via di estinzione di storici militari (docente presso l'U.S. Army's Command and General Staff College, a Leavenworth, in Kansas), guarda alla tanto studiata città di Gerusalemme attraverso una lente originale, ossia dando altrettanto peso ai periodi tra una guerra e l'altra e a quelli bellici. E così facendo rileva un messaggio di speranza risalente a tanto tempo fa: "Il vero accordo tra acerrimi nemici religiosi fu raggiunto nel Medioevo, e non solo una, ma più volte nel corso dei secoli, in contesti diversi e nel mezzo di una guerra quasi costante".
Jerusalem Falls (Le cadute di Gerusalemme) copre un turbolento periodo di 630 anni, dalla conquista iraniana nel 614 d.C. all'ultima conquista medievale musulmana del 1244. (Dopo questa data, la città rimase sotto il controllo musulmano per 673 anni, fino a quando gli inglesi la liberarono nel 1917 instaurando il loro governo e una nuova era tempestosa ebbe inizio.) Attraverso i numerosi attacchi (Hosler ne conta 19; e in una successiva intervista, egli afferma di averne individuato un altro, per un totale di 20), "nella storia degli assedi medievali di Gerusalemme si può ravvisare un tema generale di concordia religiosa e di tolleranza". In effetti, questa individuazione è alla base della stesura del libro: "gli elementi positivi nati da una tolleranza così grezza sono stati quasi del tutto sottovalutati nelle produzioni storiche contemporanee su questo periodo e nel discorso politico moderno in generale. Invece, le analisi precedenti tendevano a immaginare il passato come la storia di un interminabile e indiscutibile scontro di civiltà".
Tra le tante conquiste, il sottoscritto, in veste di autore di questa recensione, ha riscontrato che quella del 1229 è la più interessante, in parte a causa della sua generale oscurità e in parte a causa del suo significato duraturo. Hosler sostiene che le azioni del conquistatore della città nel 1229, il sovrano del Sacro Romano Impero Federico II, "hanno avuto un impatto nel corso degli ultimi otto secoli". Questo perché Federico "confermò una tradizione politico-religiosa fondata nel VII secolo e successivamente mantenuta in varie forme: la preghiera musulmana sul Monte del Tempio, la preghiera cristiana nella Chiesa del Santo Sepolcro e la presenza ebraica tollerata e diffusa nella città in generale".
Così, conclude Hosler, "le conquiste medievali, che sembrano così lontane dalle vicissitudini del moderno Medio Oriente, hanno lasciato un'impronta indelebile sull'attuale status di Gerusalemme".