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Dal sottotitolo ci si aspetterebbe un'analisi arida, ma la Mohammed (nata nel 1974) offre invece un'autobiografia molto personale, articolata principalmente intorno a due temi: la sua demoniaca madre islamista e il processo finalizzato a liberarsi della madre ripudiando sia il legame materno sia quello islamista. Come spiega l'autrice, canadese di origine egiziana, a proposito di questa liberazione: "Prima ero una musulmana non praticante, in seguito non ho più creduto in nessuna religione organizzata, poi sono diventata spirituale ma non religiosa, poi agnostica, e infine mi sono identificata come atea".
L'autrice menziona a malapena i suoi due formidabili legami familiari: è la bisnipote di Mohamed Naguib, il primo presidente (1953-1954) nella storia dell'Egitto che finì per essere estromesso da Gamal Abdel Nasser; ed è stata sposata e ha avuto un figlio da Essam Marzouk, un violento jihadista che ora si pensa sia morto o che stia marcendo in una prigione egiziana. Opportunamente, fu sua madre a insistere per quelle nozze, madre che desiderava per sé il futuro genero.
Il ritratto sconcertante che la Mohammed fa di una madre islamista lascia poco spazio all'immaginazione. E così le parole di quella madre senza nome quando le due donne discutono sulla scelta dell'abbigliamento dell'autrice: "Ti ho fatto incazzare. Mi senti? Sei la mia urina. Non sei altro che i miei rifiuti corporei! Ti ho espulso! Sei solo una merda che avrei dovuto evacuare! Non hai il diritto di contraddirmi. Non sei niente". Come suggerisce questa citazione, il passaggio dall'infanzia islamista a un'età adulta "svelata" può essere terribile e coloro che lo affrontano con successo diventano degli alfieri forti e risoluti del loro nuovo modo di vivere.
Al di là della toccante storia della liberazione della Mohammed, ci viene presentato un caso di studio della lenta e dolorosa realizzazione di una donna, la quale, pur immersa nella modernità del Canada contemporaneo, ha vissuto in una bolla di pregiudizi e orrori degni del Medioevo. Il lettore si angoscerà per la lentezza di questo processo, che sembra aver richiesto circa 25 anni, ma la lunghezza stessa dell'evoluzione dell'autrice accresce la sua credibilità e offre importanti spunti su questa dolorosa impresa condivisa da tante altre persone.