C'è stato un grandissimo cambiamento nella politica del Medio Oriente, e lo avverto personalmente nella mia vita sociale a Washington.
Com'era prima. Ai vecchi tempi, il conflitto arabo-israeliano metteva in ombra tutto il resto. Naturalmente, molte altre battaglie hanno sconvolto il Medio Oriente nel corso degli anni, come le guerre civili in Yemen (dal 1962) e in Libano (dal 1974). Ma queste erano scaramucce rispetto allo spettacolo principale: la lotta per il diritto di Israele ad esistere come nazione sovrana.
Nizar Hamdoon (nato nel 1944) era un valido ambasciatore di Saddam Hussein. |
La minaccia fondamentalista. Adesso c'è qualcosa di molto più grande di una guerra: il pericolo imminente e crescente dell'Islam fondamentalista. Dopo vent'anni di crescita, questa ideologia radicale domina in tre Paesi (Afghanistan, Iran, Sudan) e potrebbe aver effettivamente preso il sopravvento in un quarto (lo Yemen del Nord). I fondamentalisti musulmani rappresentano una terribile minaccia per i regimi in Algeria e in Egitto e sono la questione chiave in numerosi altri Paesi, dal Marocco alla Turchia.
La minaccia fondamentalista è così grande che ha messo da parte, almeno temporaneamente, il conflitto arabo-israeliano. Il fondamentalismo minaccia i musulmani moderati, i cristiani, gli ebrei e altre minoranze della regione. In altre parole, rende meno rilevanti le vecchie inimicizie e crea nuove alleanze.
Perle Mesta (1889-1975) era la celebre "padrona di casa" di Washington. Questa copertina risale al 14 marzo 1949. |
Dalla prospettiva algerina, è stato un raduno di amici per ascoltare il ministro degli Esteri e (con un po' di fortuna) suscitare nuovo entusiasmo per la causa antifondamentalista.
Ma nell'ottica americana le dinamiche erano ben diverse. Alcuni degli ospiti erano arabisti, individui con un permanente debole per i despoti arabi, il tipo della Vecchia Guardia che si sarebbe trovato in una serata all'ambasciata algerina dieci o vent'anni fa. Ma gli altri ospiti (me compreso) non erano certo i tipi che sarebbero stati invitati per incontrare il ministro degli Esteri negli anni passati. Noi della Nuova Guardia siamo favorevoli a forti legami tra Stati Uniti e Israele, e questo ci ha reso piuttosto simili a delle personae non gratae, ossia delle persone non gradite.
Alla cena di questa settimana, gli arabisti ci guardavano come filo-israeliani e si sono irritati. Questa è la nostra prerogativa che lo sguardo sui loro volti stava a indicare, come a dire: "Che ci fate qui, intrusi, che volete mangiare il nostro tajine di agnello con prugne e mandorle?"
Probabilmente gli arabisti devono abituarsi a trovarci alle loro feste. La minaccia fondamentalista sembra essere in circolazione da un po', anche se il conflitto arabo-israeliano si sta facendo meno acceso (almeno negli ambienti diplomatici). Inoltre, sospetto che gli arabi non fondamentalisti, algerini e altri, trovino molto utile la Nuova Guardia, poiché raggiungiamo un segmento della popolazione americana molto diverso rispetto a quello raggiunto dalla Vecchia Guardia.
La cosa strana è che molti arabi sono andati emotivamente oltre il conflitto arabo-israeliano, ma gli arabisti americani si crogiolano ancora nelle sue passioni.
Aggiornamento del 21 marzo 2015: ho inserito questa esperienza nel contesto dell'articolo "Gli americani in lotta per il conflitto arabo-israeliano".