Global Review: Putin ha annullato l'accordo informale concluso con Netanyahu che concedeva all'aviazione israeliana pressoché mano libera contro le risorse iraniane in Siria?
Daniel Pipes: Si sono diffuse voci riguardo a tale cambiamento ma, finora, il Cremlino non le ha confermate. Trovo difficile immaginare che Mosca sfiderà Israele sulla Siria, che rappresenta un interesse secondario per la Russia, ma una priorità per Israele. I russi non finiranno in uno scontro in quel Paese per conto di Assad e di Khamene'i.
GR: L'accordo cinese di 25 anni da 400 miliardi di dollari con l'Iran è reale?
I ministri degli esteri cinese (a sinistra) e iraniano si danno una gomitata di complicità alla firma dell'accordo di cooperazione strategica tra Iran e Cina, il 27 marzo 2021. |
DP: Firmare accordi fatti di grandi promesse e grosse cifre è molto più facile che rispettarli. Ogni parte ha un incentivo a proclamare questa partnership, ma trasformarla in realtà sarà un'altra questione: basta notare le sfide di fronte al corridoio economico Cina-Pakistan da 62 miliardi di dollari.
GR: Aumentano le tensioni tra Israele e l'Iran: la guerra di Hamas, i razzi lanciati da Hezbollah, il nuovo leader iraniano, gli attacchi di droni iraniani contro una nave sotto bandiera israeliana, Teheran che spinge il suo programma di arricchimento nucleare. In risposta, Israele mette in guardia Hezbollah e l'Iran, facendo pressioni sull'amministrazione Biden per inasprire le sue politiche. Come vede evolversi questa situazione?
DP: La cosiddetta guerra delle ombre si è intensificata negli ultimi tempi. Mi aspetto che questa situazione continuerà a lungo, a meno che e fino a quando gli israeliani non pensano che un'esplosione nucleare iraniana sia imminente, quando probabilmente si emergerà dall'ombra.
GR: Il ministro della Difesa israeliano Benny Gantz ha dichiarato il 4 agosto che "l'Iran ha violato tutte le linee guida stabilite nel JCPOA ed è solo a circa 10 settimane di distanza dall'acquisizione di materiali usati per la fabbricazione di armi necessari per produrre un'arma nucleare". Ci avviamo finalmente verso una crisi?
Il ministro della Difesa israeliano Benny Gantz (a sinistra) e il ministro degli Esteri Yair Lapid si rivolgono agli ambasciatori stranieri, il 4 agosto 2021. |
DP: Questo è un punto di svolta, ma non è suscettibile di provocare l'azione israeliana. Per questo occorrerà attendere presumibilmente fino a poco prima di un breakout nucleare, definito da Simon Henderson come il momento "in cui uno Stato arriva a dotarsi di armi nucleari come un fatto compiuto prima che possa essere fermato da pressioni diplomatiche o azioni militari".
GR: Israele può attaccare gli impianti nucleari iraniani senza il sostegno politico e militare degli Stati Uniti?
DP: La conclusione di una serie di studi condotti tra il 2007 e il 2013 mostra che le forze israeliane possono causare gravi danni alle infrastrutture senza però distruggerle, come in Iraq nel 1981 e in Siria nel 2007. Molte cose sono cambiate dalla pubblicazione di quegli studi, ma da ciò che vedo posso dire che l'equilibrio di potere rimane fondamentalmente lo stesso. Pertanto, sì, le forze israeliane da sole possono probabilmente attaccare quelle installazioni.
GR: L'amministrazione statunitense condannerebbe un attacco israeliano (come nel 1981) o appoggerebbe il suo alleato (come nel 2007)?
DP: Come nel 1981, mi aspetto indignazione in pubblico e soddisfazione in privato.
GR: Come reagirebbe Teheran a un attacco israeliano?
DP: A differenza dei governi iracheno e siriano, probabilmente reagirà, soprattutto perché ha circa 140.000 tra razzi e missili pronti ad essere utilizzati in Libano. L'unica domanda è: Hezbollah accetterebbe questo attacco suicida? Non sono sicuro che lo farebbe.
GR: Mosca e Pechino possono convivere con un Iran nucleare?
DP: Sì, a giudicare dalle loro azioni. Sembrano presumere che un Iran nucleare sia e rimarrà sempre un problema solo per gli americani, non per i russi e i cinesi. Questa è un'ipotesi molto curiosa e lo è doppiamente, se si rammenta come l'Iran abbia cambiato posizione nel 1979.
L'Iran ha cambiato posizione in precedenza: una scena del sequestro dell'ambasciata degli Stati Uniti a Teheran, 1979-1981. |
GR: Washington può convivere con un Iran nucleare?
DP: Ciascuno degli ultimi quattro presidenti degli Stati Uniti, inclusi due repubblicani e due democratici, ha dichiarato che era impossibile. Ciò che questo significa in pratica non è stato testato e probabilmente non lo sarà, dato che il problema potrebbe essere affidato agli israeliani per gestirlo.
GR: Biden può accettare un nuovo accordo alle attuali condizioni dell'Iran?
DP: Le richieste formulate da Teheran sono attualmente sgradevoli per il governo americano. Potrebbe cambiare idea, ma ne dubito.
GR: L'amministrazione Biden dovrebbe tornare alla politica di massima pressione che era quella di Trump e agli accordi di Abraham?
DP: Decisamente, sì. Solo perché i Democratici disprezzano Trump non significa che dovrebbero rifiutare tutte le sue politiche. Alcune di esse erano eccellenti.
GR: Un Iran nucleare distoglierebbe l'attenzione americana dal cardine asiatico?
DP: Lo farebbe, così come gli altri fermenti in Medio Oriente, tra cui l'anarchia diffusa, la bellicosità turca, l'irredentismo palestinese e il jihadismo continuo.
GR: L'opposizione occidentale all'accordo sul nucleare iraniano, il JCPOA, sta aumentando? Ad esempio, l'organizzazione United Against Nuclear Iran di cui fanno parte l'ex senatore Joe Lieberman e August Hanning, ex direttore del Federal Intelligence Service (BND) tedesco.
DP: Sì, c'è un'intesa abbastanza comune sul fatto che "non è più il 2015", soprattutto a causa delle numerose azioni aggressive iraniane messe in atto da Teheran e perché le "sunset clauses" (le clausole che consentono la scadenza temporale delle disposizioni che limitano l'accesso da parte di Teheran al materiale nucleare e alla tecnologia avanzata, N.d.T.) sono molto più vicine.
GR: Perché l'Unione Europea, con la Germania in testa, è così morbida con l'Iran?
DP: Quella morbidezza deriva da un mix della "mentalità di Venere" che ha dominato l'Europa dal 1945 e di un focus sui benefici economici. La trasformazione degli europei da conquistatori del mondo e creatori di guerre mondiali in un popolo in gran parte mite, dispiaciuto e pieno di sensi di colpa è sorprendente. Mancando di potenza militare, creatività tecnica e dinamismo economico, l'Europa si allontana sempre più dai suoi cinque secoli di dominio globale.