Global Review: Quali sono le cause più importanti del recente conflitto tra Hamas e Israele? E perché è avvenuto proprio ora?
Il quartiere Sheikh Jarrah di Gerusalemme, teatro di una controversia immobiliare. |
GR: Hamas ha davvero guadagnato popolarità in Cisgiordania a spese dell'Autorità Palestinese guidata da Abbas. Questo significa che il movimento potrebbe prendere il potere lì e completare l'anello di fuoco contro Israele?
DP: No. Il governo israeliano farà tutto il possibile per impedire a Hamas di prendere il potere in Cisgiordania. E questo dovrebbe essere sufficiente per tenerlo lontano.
GR: Lei è d'accordo con chi dice che Israele ha vinto la guerra militarmente e Hamas l'ha vinta politicamente?
DP: Lo sono in parte. Il successo militare di Israele è indiscutibile. Il campo di battaglia politico è molto meno chiaro. Ma la questione più importante è se questo quarto round di combattimenti porterà gli israeliani ad assicurarsi che non ce ne sia un quinto. Penso che sia probabile, nel qual caso Hamas sarebbe il grande perdente.
GR: È la prima volta che Hamas è riuscito a mobilitare gli arabi israeliani. Cosa significa questo per Israele?
DP: Nel complesso, vedo questo come qualcosa di positivo per Israele, perché permette ai cittadini ebrei di prendere coscienza della crisi che incombe sulle loro teste con i loro compatrioti musulmani, un problema che ho da tempo previsto, ma che i cittadini ebrei non vogliono affrontare.
Ramallah a fuoco, il 10 maggio 2021. |
GR: In Israele, la Destra afferma che il precedente blocco di Gaza era troppo lassista e deve essere rafforzato. La Sinistra sostiene che Israele dovrebbe conquistare la popolazione di Gaza migliorando le sue condizioni di vita, portando così a una rivolta e al rovesciamento di Hamas. Quale opzione, tra queste e altre, preferisce?
DP: Sono favorevole al punto di vista della Destra. La visione della Sinistra venne messa alla prova nel 1993: questa opzione viene chiamata Accordi di Oslo e fallì miseramente. I palestinesi si sono impegnati un intero secolo a perseguire le loro passioni antisioniste anziché migliorare la propria vita. Costituiscono la popolazione più radicalizzata della Terra.
GR: Hamas cerca esplicitamente di eliminare lo Stato ebraico, ma come può farlo? La conquista militare appare illusoria. L'obiettivo è terrorizzare Israele, innescare conflitti tra ebrei e arabi israeliani, porre fine agli investimenti stranieri, demoralizzare gli ebrei israeliani e farli fuggire da Israele?
DP: Sì, è proprio questo l'obiettivo, vessare gli ebrei israeliani al punto che essi abbandonino il Paese. Purtroppo per Hamas, questa tattica è completamente fallita, con gli israeliani che hanno ottenuto punteggi molto alti nelle classifiche di felicità, che beneficiano di un'economia sviluppata, dello Stato di diritto, della democrazia e di un alto livello di sicurezza personale. Hamas, nel suo fanatismo, sembra inconsapevole di questa situazione e continua a utilizzare gli stessi metodi, futili e abominevoli.
GR: La maggior parte delle potenze esterne sostiene una soluzione a due Stati, così come la Sinistra israeliana e l'AP. Tale opzione ha ancora rilevanza quando né la Destra israeliana né Hamas lo vogliono?
DP: A breve termine, no. La soluzione dei due Stati non ha rilevanza per le ragioni che lei afferma: la maggior parte degli israeliani la teme e la maggior parte dei palestinesi vuole eliminare Israele. Ma a lungo termine, la soluzione dei due Stati continua a offrire l'unica soluzione potenzialmente soddisfacente di uno dei conflitti più insolubili del globo. Quando i palestinesi subiranno la sconfitta e smetteranno di credere che possono eliminare lo Stato ebraico di Israele, allora si aprirà la prospettiva per una soluzione a due Stati. Ma questo potrà accadere tra molti anni o decenni.
La mappa in vigore dal 1949 al 1967, quando l'Egitto controllava Gaza e la Giordania in Cisgiordania. |
DP: Quelle sono esattamente le alternative a breve termine. Personalmente, io preferisco l'opzione Egitto e Giordania.
GR: Il numero degli israeliani che vivono in Cisgiordania è arrivato a toccare i 450 mila. Sono un ostacolo a una soluzione a due Stati?
DP: Niente affatto, presumendo che gli ebrei possano vivere in uno Stato palestinese proprio come i palestinesi vivono nello Stato ebraico, tale ipotesi è d'obbligo. Aspettarsi il contrario, ossia che quasi mezzo milione di israeliani debba fare i bagagli e lasciare la Cisgiordania, implica che gli ebrei non sono stati ancora accettati, e nel qual caso il conflitto continuerà.
GR: Le richieste di sanzioni contro Israele per fermare i suoi insediamenti in Cisgiordania sono fondamentalmente antisemite?
DP: Sì, certo, dal momento che coloro che fanno tali richieste non avanzano pretese simili riguardo al Marocco nel Sahara Occidentale, alla Turchia nel nord di Cipro o alla Cina in Tibet e nel Turkestan orientale.
GR: La prego di spiegare il progetto di Israel Victory (Vittoria di Israele) da lei creato e che il Middle East Forum promuove.
DP: Le guerre finiscono quando una delle parti si arrende. Affinché il conflitto israelo-palestinese finisca, Israele deve perseguire politiche che convincano i palestinesi della futilità dei loro obiettivi. Farlo, ovviamente, gioverebbe agli israeliani, ma ancor di più ai palestinesi, che potranno finalmente iniziare a costruire il loro sistema politico, la loro economia, la loro società e la loro cultura.