Prefazione del libro di Christine Douglass-Williams, The Challenge of Modernizing Islam: Reformers Speak Out and The Obstacles They Face, New York, Encounter, 2017, 296 pp. $25.99.
La mia biblioteca contiene un'intera parete di libri sull'Islam moderno. Ma a malapena uno di questi volumi affronta l'argomento di questo importante studio di Christine Douglass-Williams. Con tutta l'attenzione prestata agli islamisti, chi ha il tempo o l'energia di interessarsi ai musulmani modernizzatori?
In effetti, i pochi libri sui musulmani anti-islamisti simboleggiano la situazione difficile in cui questi ultimi si trovano, essendo minacciati, emarginati e denigrati come ciarlatani.
Le minacce arrivano dagli islamisti, i sostenitori dell'applicazione integrale e rigorosa della legge islamica, come un mezzo per riacquistare la gloria dell'Islam medievale. Gli islamisti attaccano i modernizzatori con le parole e le armi, perché sono consapevoli a giusto titolo che questi musulmani progressisti rappresentano una grande sfida per l'attuale egemonia islamista. Per quanto occupino attualmente una posizione dominante, i reazionari islamisti comprendono perfettamente la grande attrattiva che esercita la modernità, per non parlare delle sue vittorie sugli altri due movimenti utopici e radicali moderni, come il fascismo e il comunismo. Essi sanno che il loro movimento è spacciato perché i musulmani sono favorevoli ai vantaggi della vita moderna, e pertanto combattono i modernizzatori con grande accanimento.
La sinistra li emargina. Si potrebbe pensare che le numerose differenze tra il socialismo e l'islamismo renderebbero i due campi nemici. Ma non è affatto così perché la loro ostilità comune verso l'ordine liberale li unisce. La sinistra preferisce prevalentemente il programma islamista a quello dei modernizzatori arrivando persino a disprezzarli, definendoli, a mo' di insulto, anti-Islamici.
La destra anti-islamica li denigra. Paradossalmente, essa avalla la pretesa degli islamisti di essere gli unici veri musulmani e considera i modernizzatori atipici, mentitori e ciarlatani. La destra anti-islamica si comporta così pur condividendo con i musulmani modernizzatori lo stesso nemico: gli islamisti. Anziché unire alle sue forze quelle dei modernizzatori, essa mantiene paradossalmente le distanze da loro, lamentandosi della loro taqiya (dissimulazione), trovando soltanto degli errori nelle loro analisi e lanciando insulti coloriti ai loro leader.
Pertanto, i musulmani modernizzatori si trovano a dover affrontare il problema di ripristinare la loro credibilità e di garantirsi potenzialmente un futuro. Mentre gli islamisti dominano i notiziari e le prime pagine dei quotidiani con i loro massacri e le aggressioni culturali, la sinistra deforma la realtà e coloro che sono contrari all'Islam farneticano. Peggio ancora, quando questi detrattori si agitano contro di loro, i modernizzatori hanno poche possibilità di ribattere, visto che l'establishment (ciò che io chiamo le 6P: politici, stampa [press], procuratori, professori universitari e preti) li ignora volutamente. Di conseguenza, la gente a stento si accorge dell'esistenza di tentativi di modernizzare l'Islam e pochi rispettano questo piccolo ma coraggioso gruppo. Quanti di voi hanno sentito parlare del Council on American-Islamic Relations? E del Center for Islamic Pluralism – il Centro per il pluralismo islamico?
È qui che entra in scena Christine Douglass-Williams, una giornalista canadese e attivista per i diritti civili. Nel suo studio, l'autrice si è presa la briga di trovare otto modernizzatori nordamericani per dare loro l'opportunità di presentarsi e di esporre le loro opinioni. Ognuno di loro ha una visione particolare.
Christine Douglass-Williams. |
- Salim Mansur prende in esame la lotta naturale dell'essere umano per il progresso e attinge alla storia dell'Ebraismo e del Cristianesimo per comprendere l'evoluzione dell'Islam.
- Ahmed Subhy Mansour ha fondato una nuova e flessibile scuola di pensiero: il coranismo.
- Shireen Qudosi mette in discussione la religione di Maometto e attacca i brani problematici del Corano.
- Jalal Zuberi evidenzia la rigidità degli islamisti nel loro approccio ai testi e celebra il pluralismo.
- Tawfik Hamid mette in luce gli inganni degli islamisti e il loro intento di conquistare l'Occidente.
- Qanta Ahmed rifiuta la legge islamica e auspica che i musulmani vivano da cittadini moderni.
- Zuhdi Jasser denuncia il programma di vittimizzazione degli islamisti e insiste sulla necessità del patriottismo.
- Raheel Raza si concentra sulle esigenze reciproche in materia di immigrazione, sostenendo che l'Occidente deve difendere i propri valori ai quali i musulmani devono adeguarsi.
Dopo aver illustrato questi interessanti punti di vista divergenti, l'autrice dedica la seconda parte del libro ai punti che gli otto modernizzatori hanno in comune. La Douglass-Williams concentra l'attenzione sui tentativi dei modernizzatori di: creare una visione alternativa a quella degli islamisti; reinterpretare il Corano e altri problematici testi sacri; rispondere alle accuse di "islamofobia" dirette contro di loro; formulare un punto di vista umano su Israele e mettere in discussione l'egemonia islamista.
La sua analisi minuziosa mostra come il movimento islamico modernizzatore beneficia delle libertà che gli offrono gli Stati Uniti e il Canada (in contrapposizione alla repressione intellettuale esistente in ogni paese a maggiorana musulmana). L'analisi aiuta a definire questo movimento come un serio tentativo intellettuale, mettendo in luce i modernizzatori contemporanei, come mai prima d'ora, e rafforzando così la loro causa. E vista la minaccia globale che costituisce l'islamismo, questo è un risultato costruttivo, davvero un grande risultato.