«Creare un'alleanza di matrice cristiano- ortodossa e sciita, per difendere gli interessi politici ed energetici russi e iraniani contro la minaccia dell'Isis e le mire turco- israelo-americane». Questo ha spinto Mosca a intervenire con raid aerei in Siria, secondo Daniel Pipes, fondatore del Middle East Forum.
Cosa comporta l'intervento del Cremlino?
«Rafforza il regime di Assad, la presenza iraniana, e l'influenza di Mosca. Mentre mette in difficoltà il governo turco, Washington e Israele».
C'è chi dice però che Obama nonsiapoi così contrariato?
«L'intervento russo permette a Obama di lavorare nelle retrovie senza esporsi troppo, e il presidente americano non ha mai voluto una eccessiva visibilità nel conflitto. Al contempo, la Russia però potrebbe trovarsi coinvolta in un conflitto di non facile conclusione, anzi in una sorta di pantano. Nel breve termine pertanto l'intervento aiuta a rafforzare il doppio asse con Teheran e Damasco, ma nel lungo periodo la situazione potrebbe essere più complicata».
Cosaintende?
«La Russia rischia di diventare il principale nemico dell'estremismo sunnita nella regione, potrebbe dover fronteggiare un'ondata di fondamentalismo islamico interno, e si troverebbe coinvolta in una guerra di resistenza in Siria. Ecco perché ritengo la scelta di Mosca assai strana e rischiosa».
Allora cosa avrebbe spinto il Cremlino a intervenire?
«È una domanda complicata, si possono configurare degli scenari. Quello che io penso è che Mosca abbia deciso di dare avvio a una partnership molto forte con Teheran e il mondo sciita, per avere nuova voce nella regione. A ciò si uniscono i timori per i cristiani del Medio Oriente, la stragrande maggioranza dei quali fanno riferimento alla chiesa ortodossa, che è assai legata alla Russia. Ed infine ci sono le preoccupazioni per il petrolio e il gas naturale, che sono fra l'altro esse stesse alla base del conflitto settario che è esploso con la guerra siriana. C'è poi l'obiettivo di rendere le cose complicate aWashington».
Mi sembra di intuire che lei non sia convinto dell'efficacia dei raid...
«Non saranno certo decisivi, anzi direi nemmeno rilevanti, per risolvere le sorti del conflitto ».
Cosaloèallora?
«Un intervento di terra ovviamente, ma nessuno vuol essere coinvolto e le attuali forze in campo contro l'Isis sono assai deboli».
Assad dovrebbe essere parte dellatransizione siriana?
«La vera domanda è che cosa vuole l'Iran. Se Teheran vuole questo allora la risposta è necessariamente affermativa».