Da quando è apparso il volume riguardante il biennio 1987-1988 (recensito nelle pagine di Orbis, Inverno 1989, pp. 142-143), le pubblicazioni dal titolo L'equilibrio militare del Medio Oriente hanno subito un deterioramento. Per cominciare, il numero delle pagine è diminuito del 20 per cento mentre il prezzo è aumentato di quasi il 50 per cento. Questo nuovo volume è stato pubblicato con un ritardo di ben sette mesi rispetto al volume precedente. Ma la cosa più grave è il cambiamento nei saggi. Se il testo riguardante il biennio 1987-1988 trattava un'ampia gamma di argomenti come gli sviluppi strategici e l'equilibrio militare, il volume 1988-1989 si concentra su un unico argomento: la rivolta palestinese e dedica una scarsa attenzione a pochi altri argomenti. Questo crea due problemi. Innanzitutto, lo studio omette del tutto qualsiasi analisi di quello che sicuramente è stato lo sviluppo più significativo del periodo in esame, ossia la rapida costruzione di missili balistici, la guerra chimica e la guerra biologica. Non vi è alcuno accenno qui alla futura aggressione irachena. In secondo luogo, nonostante il titolo del libro, la parte dedicata all'equilibrio militare è stata eliminata del tutto. E infine, la trattazione dell'Intifada (combattuta con pietre e coltelli) sembra fuori luogo in uno studio tradizionalmente dedicato alla guerra convenzionale.
Critiche a parte, la maggior parte del volume continua a contenere informazioni paese per paese sulle infrastrutture e le armi, e in tal caso L'equilibrio militare del Medio Oriente resta impareggiabile.