L'Islam progressista? Il curatore del volume, nella prima fase di apertura dell'opera, anticipa lo scetticismo a riguardo, osservando che questo "potrebbe sembrare una contraddizione". Tuttavia, egli vuole mostrare con cognizione di causa che un fenomeno del genere esiste realmente, anche se è a suo avviso una "tradizione dimenticata" che raggiunse il suo apogeo prima del 1920 e i cui esponenti sono da allora, in modo sproporzionato, vittime di violenza. Le prime selezioni contenute in questa antologia risalgono agli anni Venti, ma la grande maggioranza (20 su 32) delle selezioni rimonta al 1980. Kurzman fa un'esemplare opera di selezione – i brani sono interessanti e importanti – e un eccellente lavoro di scoperta degli scritti provenienti da tutto il mondo musulmano, e non solo dal Medio Oriente. Tra gli autori, nomi famosi di pensatori islamici (Fazlur Rahman, Mahmoud Mohamed Taha) e altri del tutto sconosciuti (Rusmir Mahmutcehajic, Ali Bulaç).
Per "Islam progressista", Kurzman intende una corrente di pensiero che prende l'Islam sul serio e che in genere condivide le seguenti sei idee: "opporsi alla teocrazia, sostenere la democrazia, garantire i diritti delle donne e dei non-musulmani nelle società islamiche, difendere la libertà di pensiero e credere in un possibile progresso umano". (La raccolta di documenti presenta gli scritti sotto questi sei voci.) Le categorie scelte sono certamente sensate, ma i nomi di alcuni degli scrittori che offrono il loro contributo fanno riflettere: perché scegliere Rachid Ghannouchi, il leader degli islamisti tunisini e al quale è stato vietato l'ingresso negli Stati Uniti per il ruolo da lui avuto nel fomentare la violenza contro il governo del suo paese d'origine? E 'Ali Shari'ati, il teorico della rivoluzione islamica in Iran? E ancora, perché Yusuf al-Qaradawi, l'islamista che rivolgendosi al pubblico presente a una conferenza, nel 1989 a Kansas City, disse: "Nell'ora del giudizio i musulmani combatteranno contro gli ebrei e li uccideranno" e il cui libro, Il lecito e il proibito nell'Islam, è stato vietato in Francia? Il curatore avrebbe dovuto mettere una maggiore dose di scetticismo nella scelta dei contributi e guardare al di là dei testi ufficiali per vedere che cos'altro fanno e dicono i suoi autori.