Agli inizi degli anni Trenta, quando la Nazione dell'Islam cominciava a muovere i primi passi, il suo fondatore fece la temeraria previsione che un giorno l'Islam avrebbe rimpiazzato il Cristianesimo come religione principale degli afro-americani. A quell'epoca, quest'asserzione deve essere sembrata incredibile, se non addirittura un po' folle, perché non solo la fede islamica era ampiamente disprezzata negli Stati Uniti, ma gli afro-americani che professavano questa religione in quel periodo non erano molti. Nel 1959, tuttavia, un alto dirigente del Ku Klux Klan corroborò quella stessa previsione. In una lettera indirizzata al Capo della Polizia della città di New York, egli scriveva: "Se non riuscissimo a fermare ora i musulmani, sedici milioni di negri d'America presto diventeranno musulmani, e non si riuscirà a fermarli".
Oggi, quella previsione degli anni Trenta non sembra più così strana – infatti, essa è già stata in parte confermata. Circa un milione di afro-americani s'identifica come musulmani, e una visita ai quartieri neri di una grande città americana conferma rapidamente la presenza non solo di un'infrastruttura islamica – moschee, scuole, macellerie halal, negozi di abbigliamento islamico – ma di una spinta attiva e ambiziosa a diffondere l'Islam. Questo movimento è così vitale che il direttore di Project Joseph, un tentativo cristiano di arginare il suo progresso, ha fatto una previsione memorabile asserendo: "Se i tassi di conversione rimarranno invariati, entro il 2020 l'Islam potrebbe diventare la religione dominante nelle aree urbane abitate dagli afro-americani".
C'è un personaggio fra gli afro-americani che può essere considerato il principale responsabile della straordinaria carriera dell'Islam? Sicuramente, la risposta più comune a questa domanda individuerebbe questo personaggio nell'uomo che è nato come Malcolm Little e morto come El-Hajj Malik El-Shabazz, e che è meglio conosciuto come Malcolm X (1925-1965). Carismatico, eloquente, onesto, cercatore martirizzato della vera fede, Malcolm X giocò un ruolo importante nello sviluppo dell'Islam nero e ad oggi molti afro-americani citano la sua Autobiografia del 1964 come un fattore preponderane nella loro conversione alla fede islamica. Tuttavia, la carriera attiva di Malcolm X come musulmano non è durata più di un decennio; il suo reale contributo risiede altrove, come apostolo del nazionalismo nero laico. Oggi, egli è un'icona della cultura popolare, la sua memoria è mantenuta viva dal film di Spike Lee su di lui, dai berretti da baseball con la "X", dalle magliette con impresso il suo viso e da un francobollo postale in suo onore.
In ultima analisi, fu un altro uomo, mentore di Malcolm X, ad avere avuto un impatto maggiore sulla diffusione dell'Islam fra gli afro-americani. Quest'uomo per niente carismatico, incoerente, eterodosso e longevo era Elijah Muhammad. Nel corso della sua vita – nacque nel 1897 e morì nel 1975 – egli fu un personaggio misterioso, oggetto di dicerie e d'insinuazioni. Muhammad raccontava storie contraddittorie su se stesso, evitava la stampa, si circondava di una miriade di guardie del corpo e puniva quelli che rivelavano informazioni su di lui. I recenti studi, però, hanno ricostruito la sua storia, per lo più grazie ai dossier in possesso delle forze dell'ordine. Questo perché, a cominciare dal 1932 e per oltre quarant'anni, le forze di polizia l'hanno tenuto d'occhio anche (come parte del controverso programma COINTELPRO) per mezzo di estese intercettazioni telefoniche e di controlli della corrispondenza da parte dell'Fbi. La documentazione, ora disponibile ai ricercatori in tutta la sua vastità – solo i documenti dell'Fbi ammontano a oltre un milione di pagine – rivela i più reconditi segreti della famiglia di Elijah Muhammad, le lotte per il potere e le avventure personali e sessuali di Muhammad.
Due autori, entrambi neri, hanno fatto un lavoro minuzioso selezionando questi documenti d'archivio (come pure altri documenti rilevanti) e hanno scritto delle biografie molto approfondite di quest'uomo che si faceva chiamare il Messaggero di Allah. An Original Man: The Life and Times of Elijah Muhammad di Claude Andrew Clegg III (edito St. Martin's, 377 pp., $25.95) è uscito nel 1997; una biografia ben scritta da un docente di storia, ed è forse il libro migliore mai pubblicato sulla Nazione dell'Islam. E ora c'è anche The Messenger: The Rise and Fall of Elijah Muhammad (Pantheon, 667 pp., $28.50) di Karl Evanzz, un giornalista del Washington Post. Basandosi principalmente sui dossier della Polizia, Evanzz fornisce molte informazioni nuove ma anche un'immagine un po' falsata poiché tende a trascurare delle questioni (come la teologia) di cui l'Fbi non si era preoccupata.
Guarda caso, i due biografi non sono d'accordo su un gran numero di dettagli, il che denota che resta da fare molto lavoro su quest'argomento. Nel complesso, tuttavia, i loro testi si completano a vicenda e permettono, per la prima volta, di comprendere esattamente chi sia stato Elijah Muhammad. Egli nacque nel 1897 col nome di Elija Pool a Sandersville, in Georgia, settimo di 13 figli. La Georgia all'epoca era un luogo razzista e violento e il giovane Elija è cresciuto con l'esperienza virulenta del disprezzo e della brutalità dei bianchi. Il linciaggio di un amico nel 1912 lo spinse ad abbandonare la casa dei genitori un anno dopo. Nel 1917, egli incontrò Clara Belle Evans e nel 1919 la sposò; fra il 1921 e il 1939, essi ebbero otto figli.
Pool lasciò la Georgia per Detroit nel 1923 e poi, secondo il classico schema della migrazione nera verso nord, chiese alla sua famiglia di seguirlo. A Detroit, egli lavorò in diverse fabbriche e fece parte di una serie di organizzazioni – soprattutto del movimento proto-nazionalista-nero di Marcus Garvey, la United Negro Improvement Association (UNIA) – l'Associazione per la Promozione e l'Unità dei Negri – e i Black Shriners; ma non rimase fedele a nessuna di queste organizzazioni. Dopo un arresto per ubriachezza nel 1926, Elija Pool divenne Elijah Poole, la modifica dell'ortografia del suo nome e cognome intendeva simboleggiare il desiderio di ricominciare da capo nella vita.
In un altro tentativo di migliorarsi, Poole fece anche parte del Tempio della Scienza Moresca d'America (Moorish Science Temple of America o MSTA) e si convertì alla sua religione vagamente simile all'Islam, impegnandosi intensamente nell'organizzazione e dedicandosi alla diffusione delle sue dottrine. Quest'organizzazione dal nome strano aveva poco in comune con la versione ordinaria dell'Islam proveniente dal Medio Oriente, ma fu la prima a stabilire un legame del XX secolo fra quella religione e gli afro-americani. Fondata nel 1913 da un Black Shriner di nome Timothy Drew (che si faceva chiamare Noble Drew Ali), il MSTA introdusse queste caratteristiche simili all'Islam come il motivo della mezzaluna e della stella, l'uso dei nomi di persona arabi e il divieto di consumare carne di maiale, ma predisse altresì la distruzione di tutti i bianchi ed elevò Drew a profeta.
Alla morte di Drew avvenuta nel luglio 1929, il Tempio della Scienza Moresca d'America subì un forte declino, ed Elijah Poole fu tra i molti che se ne andarono. Nella lotta per il potere che ne seguì, emersero tre grosse fazioni, tutte a Chicago. Una era diretta da un adepto convertitosi molto di recente che si chiamava David Ford, il quale si trasferì rapidamente a Detroit, cambiando il suo nome in Wallace D. Fard e ribattezzando la sua fazione come Allah Temple of Islam (ATI). Questa nuova setta conservò molti dei costumi e delle idee peculiari del MSTA, ma introdusse anche nuovi elementi, tra cui il tema che i bianchi sono dei diavoli e un'unità paramilitare chiamata Frutto dell'Islam. All'inizio del 1931, Elijah Poole incontrò Fard e divenne rapidamente un suo entusiasta discepolo, ricevendo in cambio il nome "originale" di Elijah Karriem. Un anno dopo, Fard ricompensò ulteriormente Elijah facendolo Maestro supremo dell'ATI e cambiando ancora il suo nome, questa volta in Elijah Muhammad. Nel corso del loro triennale rapporto, Fard ed Elijah Muhammad elevarono lo status teologico di Fard – da Messia di Allah ad Allah stesso – con Muhammad che assunse il ruolo di messaggero.
L'ATI fece inorridire la polizia di Detroit, soprattutto dopo che uno dei suoi membri uccise ritualmente un uomo. Facendo un accordo con Fard, le autorità lo lasciarono uscire da un ospedale psichiatrico a condizione che egli arrestasse l'attività dell'ATI; Fard accettò ma poi ingannò la polizia cambiando il nome dell'ATI in Nazione dell'Islam (NoI) e mantenendola in vita. Egli alla fine fu costretto a lasciare Detroit a metà del 1934. Al che, Muhammad cercò di assumere il controllo della NoI, ma incontrò una considerevole opposizione e fu costretto ad andarsene per evitare di essere ucciso. La sua prima tappa fu Chicago, poi Milwaukee, e infine Washington, D.C., dove visse fino al 1942. Lì approfittò dell'opportunità di studiare alla Biblioteca del Congresso e di viaggiare in tutta la parte orientale degli Stati Uniti, diffondendo la sua fede. Di pelle chiara e di bassa statura, Elijah Muhammad riuscì a fare dei proseliti non con la sua eloquenza – né per il suo linguaggio forbito – ma con un dolce fervore cadenzato da un accento del sud che a volte ricordava i modi di un predicatore battista nero (che suo padre era stato). Benché ai non credenti potesse sembrare difficile capire come egli riuscisse a ottenere da parte degli astanti delle standing ovation o suscitare la loro totale devozione, Clegg crede che Muhammad conoscesse bene il suo uditorio: "Qualcosa d'ineffabile riguardo a questo 'piccolo uomo abietto che insegnava l'odio' ha attirato gli afro-americani per un'intera generazione come pochi altri leader hanno saputo fare".
In breve, il messaggio di Muhammad era il seguente. I neri esistono da 78 miliardi di anni e per tutto questo periodo hanno vissuto un'esistenza evoluta e retta. Il loro paradiso, però, cessò di esistere 6.000 anni fa quando un folle sapiente negro di nome Yakub, noto anche come "lo scienziato presuntuoso", si ribellò alle divinità nere e si mise a creare la razza bianca. Quando i neri seppero ciò che stava facendo, lo esiliarono in un'isola del mare Egeo ma Yakub poté continuare il suo lavoro e in 600 anni egli era riuscito a dare origine alla razza bianca, procurandole un mandato per regnare sui neri per seimila anni. Questo regno finì nel 1914, anche se ebbe una proroga fino al 1984; W. D. Fard era venuto per annunciare la sua fine e mostrare ai neri come reclamare il loro posto di diritto tramite la Nazione dell'Islam – un obiettivo che essi avrebbero realizzato entro il 2000.
Questo schema fantasioso aveva il merito di spiegare sia la debolezza dei neri sia la malvagità dei bianchi, come se ciò motivasse i neri a prepararsi attraverso la disciplina e il duro lavoro ad assumere il potere. Ma come teologia, ciò si differenzia quasi diametralmente dalle convinzioni islamiche. Nel suo peggiore incubo, un musulmano non riuscirebbe a immaginare una religione più incompatibile con la sua di quella che identifica Dio con un essere umano, che esclude la maggior parte del genere umano per motivi razziali, che crede in un profeta post-Maometto e che considera il Corano un testo imperfetto e provvisorio. Rispetto a questi principi di base, tali pratiche della NoI come l'astensione dal consumo della carne di maiale, lo studio intermittente dell'arabo e la separazione dei sessi sono solo dei piccoli dettagli. La NoI offriva una religione popolare con una forte connotazione cristiana e con accenni di fantascienza. Essa aveva poco in comune con l'Islam ordinario. Nei sette decenni intercorsi, essa si è mossa in quella direzione, ma non molto.
Muhammad detestava gli Stati Uniti e amava i loro nemici, soprattutto quelli non caucasici. E così egli esultò per la vittoria giapponese a Pearl Harbour nel 1941, non solo rifiutando la chiamata alle armi ma ordinando ai suoi seguaci di fare altrettanto. Arrestato nel maggio 1942 per diserzione, egli trascorse tre anni in prigione con l'accusa di sedizione, tornando in libertà nell'agosto 1946. In quegli anni, la Nazione era stata mantenuta in attività – con difficoltà – da sua moglie Clara e da altri accoliti fedeli; uscendo di prigione, Muhammad trovò meno di 400 membri attivi. Fu allora che arrivò Malcolm X e, come dice Evanzz "dette nuova vita al Messaggero".
Malcolm X si unì alla NoI alla fine del 1948. Dopo la sua scarcerazione nel 1952, egli si dedicò anima e corpo alla costruzione dell'organizzazione e con grande successo. I membri cominciarono ad affluire – Louis Farrakan, un insigne nuovo arrivato, fu reclutato da Muhammad e da Malcolm X – nuovi templi e scuole furono aperti, e un certo numero di piccole imprese (un panificio, una drogheria, un ristorante) aprirono i battenti. La Nazione investì altresì nell'acquisto d'immobili, urbani e rurali. Il denaro si accumulò e presto essa divenne l'organizzazione nera più ricca degli Stati Uniti. Nel 1959, i media nazionali scoprirono la NoI: un documentario televisivo di Mike Wallace dal titolo, "L'odio che produce l'odio", sconvolse i bianchi entusiasmando però molti afro-americani, migliaia dei quali si unirono come nuovi membri.
La nuova ricchezza e la fama della NoI fornirono anche l'accesso ai leader stranieri e i suoi dignitari furono presto in contatto diretto con stelle del firmamento anti-americano come Sukarno d'Indonesia, Kwame Nkrumah del Ghana e Fidel Castro di Cuba. Nel 1959, Muhammad suggellò queste relazioni fiorenti in un tour trionfale del Medio Oriente, dell'Africa e dell'Asia meridionale, con tanto di pellegrinaggio alla Mecca che implicava il riconoscimento saudita della sua legittimità come musulmano. (Anche se molti osservatori del tempo nutrivano dei sospetti sul fatto che i governi stranieri finanziassero la NoI, Thurgood Marshall ha definito l'organizzazione "una banda di delinquenti organizzati provenienti dalle prigioni e dalle galere, e finanziata, ne sono sicuro, da [il presidente egiziano Gamal Abdel] Nasser o da qualche gruppo arabo" – effettivamenti grossi finanziamenti esteri arrivarono solo negli anni Settanta dalla Libia, Qatar e da Abu Dhabi.)
Ma poi, proprio quando sembrava che tutto andasse bene, le cose cominciarono a guastarsi [e corsero]: "Voci di pratiche disciplinari oppressive, di deviazioni dal codice morale e di irregolarità finanziarie", come Evanzz le descrive. Dall'inizio, la NoI era stata segnata dalla violenza, ho già menzionato il "sacrificio rituale" che ebbe luogo nel 1932, quando l'organizzazione era ancora chiamata ATI (Allah Temple of Islam). Nel corso dei decenni, i membri della NoI, che si presumeva fossero in disaccordo con Muhammad, furono feriti o uccisi, una tendenza che culminò dopo il 1960 nell'assassinio di Malcolm X (1965) e nell'uccisione di sette membri della famiglia Khaalis (1973). I bianchi non ne furono immuni: i famosi omicidi "Zebra" fecero nove vittime nell'Illinois nel 1972 e un anno dopo, un gruppo conosciuto come Angeli della Morte uccise quattordici persone nella zona di San Francisco. E queste furono le atrocità più spettacolari.
Anche le deviazioni morali cominciarono nel 1960: il primo figlio illegittimo di Elijah Muhammad nacque nel gennaio di quell'anno, il primo dei tredici figli non riconosciuti che egli generò in sette anni con non meno di sette amanti differenti. Nelle registrazioni in possesso dell'Fbi, Muhammad racconta a ogni donna la stessa storia sul suo "seme divino", per poi mentire riguardo alle sue intenzioni matrimoniali; anche l'Fbi ha scoperto che ebbe contemporaneamente cinque relazioni e che minacciava le donne di violenza se avessero rivelato la sua paternità. Con grande vergogna della moglie, fra queste relazioni ce ne fu una incestuosa.
E questo non fu tutto. Una volta ricco, Muhammad si lasciò andare al lusso per se stesso e la famiglia "reale", come divenne conosciuta. Egli viaggiava a bordo di un jet privato Lockeed, portava un fez costellato di gioielli, per un valore di 150.000 dollari, e lasciava che la sua famiglia spremesse la NoI. Nelle parole caute di Clegg, quest'attenzione al denaro "in fin dei conti avvalorava, tramite l'esempio, una tendenza al materialismo, anche all'avarizia, che avrebbe osteggiato la Nazione come organizzazione religiosa".
È difficile dire come sia stata scioccante la condotta di Muhammad, specie quella sessuale, per i membri della moralistica NoI. Suo figlio Wallace in seguito cercò di spiegarlo asserendo che Elijah Muhammad era stato "adorato come l'ultimo profeta di Dio così a lungo che lui stesso si era convinto che ciò fosse vero", arrivando a prendersi delle libertà che il suo status sembrava concedergli. La sua condotta, però, generò delle gravi tensioni, mettendo a repentaglio l'esistenza stessa dell'organizzazione e costituendo forse il motivo più importante per rompere con l'onesto Malcolm X. Da ciò ne scaturirono anche altre conseguenze. Una volta divenuto prigioniero della sua avarizia, Muhammad sviluppò una timidezza operativa che era del tutto in contraddizione con la sua retorica incendiaria. Egli si rifiutò di autorizzare ogni risposta alle intrusioni della polizia nei templi della NoI, e prese anche parte alle discussioni con i leader del Ku Klux Klan per raggiungere un accordo in base al quale la NoI sarebbe rimasta fuori dalle zone "non negre" e in cambio i membri della NoI sarebbero stati lasciati in pace dal Ku Klux Klan. Il capo del partito nazista americano, George Lincoln Rockwell, fu invitato a parlare all'evento principale organizzato annualmente dalla NoI e approfittò dell'occasione per tessere le lodi di Elijah Muhammad come l'Adolf Hitler nero (un grosso elogio, a suo dire).
Per giunta, Muhammad subì un lento processo di deterioramente fisico e ciò condusse a una lunga battaglia sulla sua successione. Alla fine, ci furono solo due contendenti, suo figlio Wallace e il suo portavoce nazionale Louis Farrakhan. (La rottura con Malcolm X ebbe fine con l'assassinio di quest'ultimo per mano degli scagnozzi di Muhammad, omicidio in cui a quanto pare fu implicato Farrakhan.) Ognuno promosse la propria causa in modo ingegnoso – ad esempio, Farrakhan sposò due delle sue figlie con i nipoti di Muhammad. Ma alla morte di Elijah Muhammad, nel febbraio 1975, Wallace si affrettò a indire una conferenza stampa per annunciare che suo padre lo aveva nominato suo unico successore, e Farrakhan dovette temporaneamente acconsentire.
Wallace intraprese una ristrutturazione approfondita del movimento, ripulendolo dei suoi elementi eterodossi e trasformandolo quasi dall'oggi al domani in un'istituzione islamica ancora esistente; il suo nome attuale è Muslim American Society e si dice che i suoi membri si aggirino intorno ai 200.000. Egli smantellò la Fruit of Islam, vendette le imprese commerciali e scorporò la maggior parte delle infrastrutture. Farrakhan, che lo seguì per un po', arabizzò il suo nome (in Abdul Halim), studiò l'arabo e il Corano e si fece crescere la barba. Ma è chiaro che egli fu in disaccordo con i cambiamenti avviati da Wallace e nel 1978 decise di separarsi e di dar vita a una propria organizzazione antagonista, una Nazione dell'Islam rilanciata. Per oltre due decenni, Wallace – che oggi porta il nome di W. Deen Mohammed – e Louis Farrakhan sono stati acerrimi rivali. Essi formano un contrasto interessante. Nati entrambi nel 1933, si conoscono da oltre quarant'anni ma in termini di personalità non potrebbero essere meno simili. W. Deen Mohammed è colto e forse troppo intellettuale per essere un leader delle masse. Louis Farrakhan è un artista che è diventato un brillante oratore e polemista, dedito alla retorica estremista che ha regolarmente incluso una forte dose di antisemitismo. Egli domina la sua organizzazione e si nutre di polemiche.
Fondamentalmente, la disputa intercorsa tra i due uomini verteva su chi fosse realmente il figlio e l'erede di Elijah Muhammad. Se W. Deen aveva l'evidente vantaggio biologico, Farrakhan s'imparentò con la "famiglia reale" e ottenne che molti membri della famiglia fossero dalla sua parte, e rimase altresì molto più fedele al messaggio di base di Elijah Muhammad. La quarta di copertina di un libro di W. Deen Mohammed, Islam's Climate for Business Success, lo proclama "il leader più eminente dei musulmani di tutta l'America e di molte altre parti del mondo" (corsivo aggiunto). Farrakhan, al contrario, ha poche aspirazioni specificamente islamiche; piuttosto, egli cercava di essere riconosciuto come il leader più potente dei neri d'America".
In ogni caso, la rivalità fra i due uomini, rimasta pressoché inalterata per decenni, è ora finita piuttosto bruscamente, o almeno non è più come prima. A febbraio di quest'anno, esattamente venticinque anni dopo la morte di Elijah Muhammad, Louis Farrakhan e W. Deen Mohammed si sono abbracciati e hanno annunciato l'intenzione di lavorare insieme. Il cambiamento, che sia tattico o reale, è reciproco. Politicamente, W. Deen Mohammed, che cominciò solidamente nel mainstream dello spettro americano, negli ultimi anni ha adottato delle posizioni più radicali (forse nel tentativo di ingraziarsi gli immigrati musulmani) e a questo riguardo si è spostato nella direzione di Farrakhan. Dal punto di vista religioso, Farrakhan da parte sua ha sempre più appoggiato, anche se in modo un po' ambiguo, le riforme avviate da Wallace venticinque anni prima. Nel loro incontro di febbraio, in particolare, egli ha accettato il Maometto del VII secolo come il Sigillo dei profeti. Resta da vedere, tuttavia, esattamente ciò che Farrakhan aveva in mente quando annunciò che "Allah inviò Maometto con la rivelazione finale all'umanità". Quale Allah, l'onnipresente o quello umano? Quale Maometto il meccano o il georgiano?
Resta ancora una profusione di altri gruppi che continuano a diffondere il vecchio e autentico messaggio della NoI, ma la decisione di Farrakhan di allearsi con Maometto è, tuttavia, indice di una certa debolezza e denota altresì una tendenza. Già nel 1962, l'autore di un voluminoso studio sulla NoI notava che i pochi che si unirono alla Nazione dell'Islam vi aderirono per molto tempo. Se ciò era vero quasi quarant'anni fa, lo è ancor di più oggi. Come i neri scoprono quando aderiscono all'organizzazione e inevitabilmente entrano in contatto più stretto con la realtà, la NoI, qualunque siano le sue pretese alla legittimità, diffonde un mucchio di miti primitivi e insostenibili che non hanno nessun nesso con l'Islam ordinario. Una religione popolare fondata a Detroit negli anni Trenta non può affatto tener testa a una religione con quasi quattordici secoli di storia, con circa un miliardo di fedeli, con 50 governi nazionali a suo nome e con una delle più grandi civiltà del mondo.
Un certo numero di altri fattori propende altresì verso la futura scomparsa della NoI. Ognuno dei suoi numerosi gruppi dissidenti, tra cui quello di Farrakhan, ruota intorno a una figura dominante ed è "un po' più", come asserisce Evanzz, "di un culto della personalità". Quando questi vecchi leader muoiono, egli continua, "tutto ciò che rimarrà è un tempio vetrina qui e là". È anche rilevante l'enfasi posta dalla NoI sul lavoro duro, la parisomonia e la famiglia: questa enfasi inculca esattamente il genere di abitudini che permettono ai membri dell'organizzazione di sfuggire alla povertà, ma mentre si sollevano a livello economico, essi cercano spesso una fede meno settaria. Qualcuno torna al Cristianesimo; più numerosi sono quelli che rivolgono la loro attenzione all'Islam ordinario. Ma anche questo deve essere considerato come parte dell'eredità del temibile Elijah Muhammad. A causa di tutte le sue fissazioni e dei fallimenti egli ha chiaramente alterato il corso della cultura e politica nera. Come osserva Clegg:
I musulmani erano "neri" prima che fosse di moda essere etichettati come tali, e il Black Power Movement e tutti gli ulteriori movimenti di protesta afro-americana, dai testi del gruppo rap nazionalista Public Enemy fino alla ragione d'essere della Million Man March, sono incontestabilmente delle conseguenze dell'eredità di Elijah Muhammad.
È vero, le idee più bizzarre della religione di Maometto stanno sparendo; ma tutti i musulmani afro-americani di oggi possono rivendicarlo come loro patrono, perché quasi ognuno di loro ha una connessione diretta, personale o familiare con la NoI. Senza Maometto, il milione o giù di lì di afro-americani che ora sono musulmani, quasi certamente sarebbero ancora cristiani.
E questa cifra, del resto, è destinata ad aumentare. Sebbene l'Islam si limiti ancora a esercitare un fascino modesto sugli americani bianchi, è diventato una presenza forte e permanente fra i neri, che secondo un mio calcolo approssimativo sono duecento volte più predisposti a convertirsi a questa fede rispetto a quanto lo siano i bianchi. E non è difficile immaginare tali conversioni che cominciano a cadere a cascata, in un modello islamico che, come lo storico Richard Bulliet ha stabilito, risale a più di un millennio fa. Se ciò accadesse, l'Islam potrebbe superare il Cristianesimo fra i neri da qui a qualche decennio.
E già ci sono segnali in tal senso. Il nome arabo Malik, ad esempio, è diventato uno dei nomi più diffusi fra i bambini afro-americani e nel giro di qualche anno il nome più in voga. Nella cultura nera, secondo uno studioso, "tutti i giovani afro-americani hanno almeno una certa familiarità con l'Islam, sia grazie a un incontro personale, un parente, un amico, un capo di abbigliamento alla moda, o – com'è spesso il caso oggi – sotto forma di testi di musica rap". In quest'ultimo caso, si pensi che artisti di musica rap come Ice Cube, King Sun, KMD, Movement X, Queen Latifa, Poor Righteous Teachers, Prince Akeem, Sister Souljah e Tribe Called Quest hanno tutti appoggiato Farrakhan. Una ramificazione ancora più aggressiva della NoI chiamata Five Percenters rivendica la fedeltà di Grand Puba, Big Daddy Kane, Lakim Shabazz e di Eric B. & Rakim. Secondo il biografo di Farrakhan, Mattias Gardell, "il ruolo del movimento hip-hop nel diffondere il messaggio dell'Islam militante nero non può essere sopravvalutato".
Fra i neri non musulmani, la reputazione invidiabile di cui gode l'Islam è dovuta in gran parte alla disciplina imposta ai giovani uomini, occupandosi così di quello che potrebbe essere il problema principale della comunità nera. Una donna battista il cui figlio si è convertito ha espresso sinteticamente questa tendenza favorevole:
A mio avviso, questo tipo di Islam sembra essere la vera religione. Non si pensa a fumare erba, a bere liquori e a commettere adulterio. Io dico che potremmo utilizzare più insegnamenti come questo. (…) Quando mio figlio ha deciso di essere un musulmano, non l'ho biasimato. Mi piace sentirlo parlare di Islam e di come questa religione venga dall'Africa, e questo suona piuttosto bene.
Da un punto di vista sociale, in effetti, la sobrietà ritrovata e la serietà degli afro-americani convertitisi all'Islam, che sia la NoI o la verrsione ordinaria, è tutto di guadagnato. Sebbene la violenza e la recidività continuino a essere dei problemi molto reali fra questi nuovi musulmani – il recente arresto di Jamil Al-Amin (l'ex H. Rap. Brown) con l'accusa di aver ucciso un poliziotto ad Atlanta è la dimostrazione – l'atmosfera virile della conversione all'Islam ha aiutato numerosi ex-detenuti e altri reietti della società a trovare la retta via e a mantenerla.
Da un punto di vista politico, tuttavia, le cose sono molto meno positive. I neri convertiti in genere tendono a condividere delle idee estremiste. Quelli della Nazione dell'Islam diventano nazionalisti neri, satolli di retorica incendiaria contro i bianchi, mentre quelli che abbracciano l'Islam ordinario spesso diventano islamisti – ammiratori di personaggi come l'Ayatollah Khomeini e Osama bin Laden. Inoltre, che siano seguaci della NoI o dell'Islam ordinario, i convertiti neri tendono a essere violentemente anti-americani, anti-cristiani e ad avere dei comportamenti anti-semiti.
Qualora l'Islam rimpiazzasse realmente il Cristianesimo come religione principale degli afro-americani, non occorrerà molta immaginazione per capire che questo avrà una grossa importanza per tutti gli americani, incidendo su ogni cosa dalle relazioni interrazziali alla politica estera, dalla cultura popolare alle questioni di religione e di Stato. Eric Lincoln, un'autorità in fatto di Islam afro-americano, una volta ha scritto che la Nazione dell'Islam potrebbe "ben cambiare il corso della storia in Occidente". Se ciò accadesse, il merito o la colpa sarà soprattutto di quel "piccolo uomo abietto che insegnava l'odio", ossia Elijah Muhammad.