La Singerman ha vissuto per anni nei quartieri "popolari" (ossia poveri) del Cairo ed è ripartita con un grosso bagaglio di conoscenze. Nel volume Le strade della partecipazione, l'autrice spiega parecchie sottigliezze della vita quotidiana egiziana e poi con gran verve mostra il significato di queste cose per il governo.
Forse la più affascinante delle sue spiegazioni ha a che fare con il matrimonio. Come ogni abitante del Cairo può testimoniare, l'argomento matrimonio è oggetto di conversazione quasi di continuo. E la Singerman mostra il motivo: perché il matrimonio coinvolge non solo un uomo e una donna ma anche le loro intere famiglie; e perché esso ha grosse implicazioni per la loro vita sociale, economica e anche politica. "I genitori organizzano i loro risparmi ed elaborano le strategie di consumo in maniera tale da essere in grado di finanziare il matrimonio dei loro figli, sacrificando il loro benessere materiale per il futuro della famiglia – come i genitori americani che cominciano a risparmiare per gli studi universitari dei figli sin dalla loro nascita".
L'autrice spiega come, su scala nazionale, lo sforzo di finanziare i matrimoni abbia delle profonde implicazioni per lo Stato. La jam'iyat, un'enorme rete ufficiosa di associazioni di risparmio, conserva la maggior parte dei capitali che non sono in mano allo Stato; il pensiero fisso di risparmiare un centesimo qua e là induce molti egiziani a vivere in ristrettezze, essi fanno affidamento sui sussidi alimentari – il che rende difficile al governo tagliare le sovvenzioni; e i milioni di egiziani che emigrano in Paesi come la Libia e l'Iraq per guadagnare il denaro necessario per i matrimoni limitano la libertà di azione del governo nella conduzione della politica estera.