Il terrorismo assume essenzialmente due forme: si macchia di attentati contro persone che casualmente si trovano in un mercato o a bordo di un autobus nel momento sbagliato; oppure di uccisioni mirate contro determinati individui. A sua volta, questa seconda forma può includere fatti di sangue contro ampie categorie di persone (ad esempio, i militari, gli ebrei, gli individui che portano gli occhiali) e contro specifici bersagli pubblici, siano essi persone fisiche o istituzioni. Di fatto, questi ultimi sono assassinii (termine che secondo la definizione del dizionario Merriam-Webster deriva dal verbo assassinare ossia "uccidere (una persona in genere famosa) con un'aggressione improvvisa oppure pianificata e segreta, spesso per motivi politici"). Per quanto raccapriccianti possano essere le prime due forme, gli assassinii sono i più terrificanti ed efficaci. Se chiunque può essere vittima accidentale di attentati in luoghi pubblici o di omicidi mirati e se è vero che queste uccisioni hanno l'effetto di creare una paura diffusa ma vaga, gli assassinii, invece, si concentrano su determinati bersagli e inviano un segnale specifico che è quello di non seguirne le orme. In generale, quindi, gli assassinii infondono una maggiore paura, intimidiscono a dir molto e hanno le maggiori conseguenze.
Tra i personaggi che in Occidente sono stati vittime della violenza islamista ricordiamo:
- 1980. Il dissidente iraniano Ali Akbar Tabataba'i, negli Stati Uniti.*
- 1980. Il dissidente libico Faisal Zagallai, negli Stati Uniti.
- 1990. L'innovatore religioso egiziano Rashad Khalifa, negli Stati Uniti.*
- 1990. Il politico israeliano di origini americane Meir Kahane, negli Stati Uniti.*
- 1991. Il traduttore giapponese del volume Versi satanici, Hitoshi Igarashi.*
- 1991. Il traduttore italiano dei Versi satanici, Ettore Capriolo.
- 1993. L'editore norvegese dei Versi satanici, William Nygaard.
- 2004. Il regista olandese Theo van Gogh.*
- 2010. Il vignettista danese Kurt Westergaard.
- 2010. L'artista svedese Lars Vilks.
- 2010. Il quotidiano danese Jyllands-Posten.
- 2012. La rivista satirica francese Charlie Hebdo.
- 2013. Lo storico e analista politico danese Lars Hedegaard.
Note: * indica che l'attentato è stato letale. Muammar Gheddafi, a capo del governo libico, era un islamista nel 1980. Non elenco qui le vittime degli assassinii di matrice musulmana ma non islamista, come ad esempio Malcolm X nel 1965. Per la cronaca, fu un cristiano palestinese a uccidere Robert Kennedy nel 1968.
Commenti statistici:
1) Tranne che per un attentato isolato nel 2004, l'elenco sopra riportato di tredici casi si divide inspiegabilmente in due periodi distinti: sette casi risalgono agli anni che vanno dal 1980 al 1993, e cinque a un periodo compreso tra il 2010 e il 2013.
2) Delle vittime elencate, otto appartengono al mondo della cultura e delle arti, tre sono figure politiche, uno è un religioso e uno è un analista politico. Degli attentati commessi contro il mondo della cultura, quattro sono legati alle vignette satiriche, tre al romanzo di Salman Rushdie Versi satanici e uno al film Submission.
3) Geograficamente, otto attentati sono avvenuti in Europa, quattro negli Stati Uniti e uno in Giappone. Dei casi europei, tre sono stati perpetrati nella piccola Danimarca. La Gran Bretagna e la Germania brillano per non essere incluse in questo elenco. È curioso osservare che i quattro attentati americani sono stati commessi nel 1980 e nel 1990.
4) Il coinvolgimento dello Stato può essere ravvisato solo nei primi tre casi (rispettivamente in quello iraniano, libico e saudita).
5) Per quanto riguarda la letalità, cinque attentati hanno avuto un esito mortale e otto no.
E infine, una nota personale a mo' di conclusione. L'attentato del 5 febbraio scorso a Hedegaard – un amico e collega del Middle East Forum – mi ha spinto a compilare questo elenco, nella speranza che mettere insieme questi odiosi crimini aiuterà più occidentali a rendersi conto del pericolo che serbano in seno.
Lars Hedegaard ha consegnato a Daniel Pipes il premio della Danish Free Press Society, nel marzo 2007. |