Immaginate se Re Hussein avesse governato per quarant'anni non il distaccato Stato-croupion della Giordania ma l'Arabia Saudita. Le conseguenze sarebbero state enormi per delle questioni talmente varie come la politica di contenimento nei confronti dei baathisti iracheni, il conflitto arabo-israeliano e la stabilità dei mercati petroliferi. Inoltre, se un moderato come Hussein avesse avuto il controllo della Mecca e di Medina e se avesse disposto diversamente di quelle centinaia di miliardi di risorse petrolifere, la portata dell'Islam militante oggi sarebbe assai più limitata.
Ebbene, questo sarebbe potuto accadere. Non è accaduto a causa dell'evoluzione degli avvenimenti avvenuti nel corso della Prima guerra mondiale, nell'Hijaz (l'Arabia occidentale), come dimostra lo studio di Teitelbaum, ben documentato e presentato con chiarezza. A quel tempo, il bisnonno di re Hussein era l'emiro della Mecca, come i suoi avi prima di lui dal 968. Nonostante la Mecca fosse allora un remoto paesino, essa conferiva un enorme prestigio al suo governante, che nel primo decennio del Novecento era l'imperatore ottomano. Questo fatto ebbe due conseguenze contraddittorie. Innanzitutto, la città riceveva più entrate dall'Impero ottomano rispetto a quanto essa versasse al fisco, al punto che l'autore ritiene che fosse "quasi del tutto dipendente" dalla benevolenza di Istanbul e pertanto particolarmente incapace di staccarsi dall'impero. In secondo luogo, la posizione dell'emiro della Mecca era talmente importante che già da oltre cinquant'anni gli si chiedeva a gran voce che si proclamasse califfo.
Si uscì dall'impasse quando Londra apparve sulla scena durante il conflitto mondiale, pronta almeno parzialmente a rimpiazzare l'oro ottomano; così il Regno hashimita d'Arabia fondato nel 1916, fu il primo stato indipendente in Asia a nascere dall'impero.
Nonostante l'aiuto britannico, i problemi economici afflissero questa entità politica (alla fine del 1914, ad esempio, "la principale preoccupazione dell'emiro era procurare cibo all'Hijaz") e Teitelbaum sostiene che questi problemi abbiano avuto un ruolo importante nella sua rovina causata dallo stato arabo che era suo rivale, quello saudita. Nel 1925, i sauditi distrussero il regno hashimita. L'autore fornisce (in modo sorprendente) il primo resoconto dei nove anni di vita di questo Stato la cui importanza è diventata palese solo a posteriori. E lo fa così bene che si vorrebbe che il libro fosse più lungo.