Il libro da cui è stato tratto il famoso film del 1922 che aveva come protagonista Rodolfo Valentino è stato di per sé un evento importante perché era il primo del genere ora conosciuto come romanzo d'amore. È stato subito un bestseller, il suo intreccio piccante e provocante ha causato parecchie polemiche. In breve, Diana Mayo è una bella e caparbia aristocratica britannica, un po' maschiaccio, con il gusto per l'avventura che per un mese se ne va in giro per divertimento nel deserto algerino. La donna è rapita da Ahmed ben Hassan, un leader tribale affascinante, feroce, barbaro, elegante che la ospita nella sua lussuosa tenda in pieno deserto e poi la violenta. Diana detesta il suo rapitore per due mesi, e poi s'innamora pazzamente di lui. Strada facendo, ella vive una serie di avventure, come quella di essere catturata e quasi uccisa dal nemico ereditario di Ahmed ben Hassan. Oh, e alla fine scopriamo che Ahmed ben Hassan è, in realtà, per metà spagnolo e per metà britannico, e di nobile nascita da entrambi i lati.
Ben scritto e piacevole a leggersi da ottant'anni per il suo esotismo e il romanticismo un po' eccessivo, Lo sceicco riflette e perpetua i cliché assurdi sugli arabi tipici della sua epoca. "Ella era totalmente in suo potere e in sua balia – la balia di un arabo che era impietoso". "Egli era un arabo per il quale i sentimenti di una donna erano inesistenti". Alla domanda, se amasse qualcosa, lo sceicco replica: "Sì, amo qualcosa. Amo i miei cavalli". "Questo lui era, un arabo con degli istinti orientali che la riempivano di terrore incessante". "Quando un arabo vede una donna che vuole, se la prende." E questo fu detto dallo sceicco a Diana: "Noi insegniamo alle nostre donne a obbedire con una frusta." Oltre a questi numerosi commenti sulle relazioni uomo-donna, il romanzo contiene altresì un numero esiguo di altri pregiudizi tipici della sua epoca (come "l'odore acre dell'indigeno" etc.).