La prospettiva di un accordo fra i palestinesi e Israele ha fatto fiorire una vasta letteratura sulle questioni in gioco, sui compromessi implicati e sulle modalità di un accordo. Per contro, la possibilità di un accordo fra la Siria e Israele è sempre apparsa così poco probabile che, di fatto, non è mai stato fatto alcun lavoro preparatorio. Ma con la decisione del presidente Hafiz al-Assad del luglio 1991 di partecipare a dei negoziati diretti con Israele, si avvicina il momento di valutare come potrebbe essere un accordo.
Schiff, analista militare del quotidiano Ha'aretz, fornisce un eccellente punto di partenza per l'argomento. Il suo breve studio offre le basi necessarie in un modo succinto ma esaustivo, traendo tre lezioni dal passato: l'esercito siriano ha surclassato ripetutamente le altre forze arabe sul campo di battaglia; il confronto siro-israeliano si è progressivamente allargato per quanto concerne le forze coinvolte e le questioni in gioco; e i due Paesi hanno perfezionato con successo un certo numero di accordi formali e informali.
Quanto al futuro, Schiff ritiene che Israele ha due importanti priorità riguardo alla Siria: garantire delle risorse idriche e tenere lontano l'esercito siriano dalle alture del Golan. Se la Siria e Israele dovessero firmare un trattato, "la formula israeliana della dissuasione cambierà, dando meno peso alla componente territoriale e maggiore importanza alle misure di sicurezza reciprocamente concordate". L'autore elenca quattordici condizioni che la Siria dovrà soddisfare se Israele alterasse sensibilmente lo status quo. Gli strateghi di Damasco, Gerusalemme e Washington dovranno esaminare attentamente queste condizioni e vagliare altresì se qualcun altro ha bisogno di capire quanto sia necessaria una conciliazione fra la Siria e Israele.