Tre membri del Dipartimento di Geografia dell'Università di Durham hanno collaborato alla pubblicazione di un'importante opera di consultazione sull'attuale condizione dell'area geografica che si estende dal Marocco all'Iran e dalla Turchia al Sudan. Utilizzando un'unica cartina in quasi tutto il volume, gli autori prendono in esame la geografia naturale, la storia, la cultura, la popolazione, l'economia, i trasporti, i corsi d'acqua navigabili, i confini e le guerre.
La sezione che si occupa dell'economia è la più ampia e forse la più istruttiva. Ogni carta geografica evidenzia molteplici punti: lo squilibrio che deriva dall'estrema ricchezza causata dal petrolio e nessun'altra attività economica; il modo in cui la Turchia e Israele si distinguono da tutti gli altri Paesi delle regione; e il raggruppamento delle attività economiche nei pressi di due mari: nel Mediterraneo e nel Golfo Persico. Inoltre, emergono altresì più fatti inattesi: l'Arabia Saudita ha un ruolo preminente nell'ambito delle rotte aeree mediorientali; e il 58 per cento dei confini degli stati segue delle linee guida geometriche, mentre solo il 35 per cento segue le caratteristiche fisico-naturali.
Solo un errore madornale rovina questo eccellente atlante. Il tentativo sbagliato di descrivere le regioni etno-linguistiche del Medio Oriente cade nella vecchia trappola ma ancora frequente di considerare la lingua uguale all'etnia. I risultati – ad esempio, considerare gli arabi e gli ebrei come membri del gruppo "etno-linguistico" semitico – sono privi di senso come chiamare anglosassoni tutti gli americani anglofoni.