Commins si è assunto l'eroico impegno di scrivere un'opera di consultazione tutto da solo e questo è un po' troppo per lui. Molte voci sfiorano appena l'argomento, riportando delle informazioni già conosciute senza fornire altre considerazioni né nuove informazioni. Altre voci non sono aggiornate. La bibliografia non cita nessun libro di viaggio dopo il 1980, e forse manca, fra le altre cose, l'apprezzabile Siria di Coleman South pubblicato nella collana Culture Shock! (London: Kuperard, 1995). La storia di Mustafa Tlas, l'attuale ministro della Difesa siriano, termina con l'assunzione di questo incarico nel 1972. La biografia di Ma'ruf ad-Dawalibi arriva sino al 1962, ignorando i suoi successivi e molteplici anni di attività. La voce sugli alawiti finisce in una bolla di sapone nel 1960, proprio alla vigilia della loro presa di controllo della Siria e, per la prima volta, essi cominciano a detenere il potere. Le informazioni sull'ideologia della Grande Siria si fermano agli anni Cinquanta, ignorando totalmente i successi di Hafiz al-Assad in questo settore. Allo stesso modo, la voce sul Partito socialnazionalista siriano arriva altresì fino agli anni Cinquanta. La storia di Alessandretta s'interrompe quando il sangiaccato viene ceduto [alla Turchia, N.d.T.], proprio quando ha inizio l'irredentismo siriano.
Un altro problema riguarda la tendenza di Commins a sfumare le informazioni per adattarle al suo punto di vista e ai suoi pregiudizi. In qualche caso, questo significa presentare una congettura come un dato di fatto, ad esempio, asserendo che nell'ottobre 1990, "In un gesto di riconoscenza, gli Stati Uniti dettero alla Siria il via libera" per riportare all'ordine gli avversari libanesi. In altri casi, questo significa mettere in discussione i fatti assodati, come il suo rifiuto di prendere in considerazione il sostegno dato dalla Siria all'organizzazione Pkk parlando di "accuse non ancora provate".