I nonni paterni dell'autrice entrarono a far parte della Nazione dell'Islam ai primi degli anni Cinquanta e quando lei nacque, nel 1966, la famiglia rivestiva una posizione di spicco nel tempio di Washington, D.C. Con una memoria che rasenta leggermente l'incredibile, la Tate racconta la sua infanzia nella Nazione dell'Islam, cui fa seguito la conversione di sua madre all'Islam tradizionale, la scoperta dell'ipocrisia religiosa della sua famiglia e successivamente la sua stessa crisi religiosa e l'uscita dall'Islam e una carriera giornalistica che l'ha vista lavorare per un certo periodo di tempo al Washington Post.
Il racconto della Tate ha un valore particolare perché dà un senso della vita grama, ma provocatoria, che comporta l'essere membri della NoI. L'imbarazzo di essere segnata dai costumi della NoI (l'abbigliamento, l'alimentazione, la modestia femminile, nessuna attività extracurricolare né giochi) attraversa il volume come un tema forte ("Mi sentivo come un brutto anatroccolo"), oltre all'estremo sollievo di essere in grado, una volta che non era più musulmana, di mescolarsi alla folla. L'autrice rende vivida la portata ridotta delle sue ambizioni ("Sapevo che (…) l'unico motivo per cui mi trovavo su questa terra era diventare una brava moglie e una buona madre") e descrive la totale protezione dei suoi parenti maschi dagli uomini che non facevano parte della NoI ("Se qualcuno fa piangere tua sorella, tu devi picchiarlo!") – ma ahimè non dalle donne che non appartenevano alla Nazione dell'Islam e dalle loro osservazioni taglienti. La Tate ricorda le voci che correvano sulle squadre omicide della Fruit of Islam; del supplizio per una bambina di otto anni di stare seduta con la schiena dritta per undici ore di fila di lavoro prestato al tempio e sua nonna cristiana che tentava di indurla con l'inganno a mangiare carne di maiale ("Noi abbiamo tanto criterio da mangiare ogni tipo di carne rosea"). Più sorprendente è l'approvazione dell'autrice dell'istruzione ricevuta in una scuola elementare della NoI, nonostante i suoi ovvi inconvenienti ("Non avevamo libri di testo, così il dizionario era quasi diventato il nostro abbecedario").