Se i contenuti di questo volume si limitassero esclusivamente all'argomento del titolo, esso sarebbe, in effetti, un testo troppo breve. In Iraq, tutti i diritti umani sono regolarmente e sistematicamente violati, con una sola e piccola eccezione, quella della libertà di religione. I dettagli rendono spesso la lettura raccapricciante ma la presentazione è sagace e l'impatto globale è convincente. L'autore dello studio, David A. Korn, ha fatto molte letture e allo stesso tempo ha battuto la strada del giornalismo investigativo. In effetti, I diritti umani in Iraq rappresenta la prosa equivalente del testo poetico di Samir al-Khalil La Repubblica della paura (recensito in Orbis, Autunno 1989, pp. 622-623).
Nonostante il regime di Baghdad sia (nelle parole di alto funzionario del Dipartimento di Stato) "probabilmente il peggior violatore dei diritti umani di tutto il mondo odierno", il governo americano ha fatto notoriamente poco a questo riguardo prima dell'invasione irachena del Kuwait. Tuttavia, questo fatto e questo studio dovrebbero contrassegnare una nuova era.
Più in generale, la creazione del Middle East Watch, una delle cinque commissioni per i diritti umani, conferma che i Paesi arabi sono sempre più visti attraverso lo stesso prisma umanitario del resto del mondo; questo denota una tendenza molto buona. Prima vedremo in libreria dei volumi analoghi sulla Siria, l'Arabia Saudita e l'Egitto, e meglio sarà.