Per qualche decennio, Israele e i suoi nemici arabi hanno trasformato l'Africa nera in un campo di forte competizione – probabilmente più forte di quello che merita la regione. Questa storia si racconta rapidamente a grandi linee con poche cifre. Prima del 1973, Israele aveva relazioni diplomatiche con 33 dei 41 membri dell'Organizzazione dell'unità africana (ossia con tutti i membri eccetto quelli della Lega araba). Poi, per un breve periodo durante la guerra del 1973, tutti i governi africani tranne quattro ruppero le relazioni con Israele. Negli anni successivi si è assistito a un ripristino delle relazioni interrotte, anche se all'inizio del 1988 il numero dei Paesi che avevano relazioni ufficiali con lo Stato ebraico ammontava ancora solo a sette.
Passando al vaglio la stampa israeliana, araba e africana e facendo delle interviste, Oded ha scritto un resoconto esaustivo su quest'argomento, post-1973; anzi, egli fornisce verosimilmente a riguardo tutte le informazioni necessarie. L'autore arguisce che gli arabi e gli israeliani non possono prevalere completamente perché i Paesi africani beneficiano della competizione continua.
Un'ultima osservazione sul titolo: è arrivato il momento di riconoscere che il problema arabo-israeliano non è più il conflitto mediorientale e che il testimone è passato alla guerra tra Iran e Iraq.