In Iran, come in tutto il Medio Oriente, la Prima guerra mondiale e le sue conseguenze furono un periodo cruciale di cambiamento. La tabella di marcia fu un po' più lenta, perché l'Iran venne meno toccato in modo diretto dalle esigenze della guerra rispetto ai paesi più a ovest, dove l'impatto fu meno ingente. Come il sottotitolo del volume mostra, l'autore simboleggia il cambiamento attraverso la monarchia: l'ultimo rappresentante della dinastia Qajar, lo scià Ahmad, fu un "giovane uomo indeciso e alla ricerca del piacere che salì al trono per caso", mentre lo scià Reza Pahlevi fu l'esatto opposto. Ghani parla del "suo aspetto severo, raramente si scorgeva un sorriso sul suo volto, e dei suo accessi di collera anche in pubblico" e lo considera "rigido, taciturno e moralista".
Ghani, un consulente giuridico e un bibliofilo (egli afferma in modo sorprendente che "Quasi tutti i libri che ho consultato [nella ricerca sull'Iran e l'ascesa dello scià Reza Pahlevi] erano nella mia biblioteca"), è un eccellente storico che in modo chiaro spiega il processo complesso attraverso cui gli inglesi, nel 1921, quasi per caso, portarono a compimento un colpo di stato che mise in moto una serie di misure che condussero al cambiamento dinastico e a imbarcarsi in quell'impresa difficile che fu il periodo dei Pahlevi. Forse la cosa più interessante dall'alto dei sei decenni che seguirono è vedere come il regno dello scià Reza Pahlevi presagì gli innumerevoli problemi che suo figlio Mohammad Reza Pahlevi avrebbe incontrato più tardi, tra i quali la sua autocrazia, la sospettosità, la sua ossessione per la sicurezza, le difficili relazioni con la gerarchia islamica e il suo fraintendere la dinamica Occidente contro Unione Sovietica.