Ruthven, un giornalista free-lance specializzato nel fondamentalismo religioso, islamico e cristiano, esamina la storia britannica della vicenda dei Versi satanici in modo vivido e ponderato. Egli offre diverse teorie provocatorie sulla campagna musulmana contro Rushdie nel Regno Unito supponendo che la questione ha avuto molto a che fare con i problemi intracomunitari fra i musulmani e gli indù che questi si erano portati dietro dall'India; che tutto è iniziato come un legittimo grido di disperazione da parte dei pietisti offesi che, però, in seguito è stato ripreso dagli ideologi fondamentalisti al fine di controllare la vita musulmana in Gran Bretagna; e che le proteste hanno avuto più a che fare con l'onore offeso che con delle questioni religiose. Ruthven sostiene, in modo convincente, che dal punto di vista delle relazioni comunitarie, l'editto dell'Ayatollah Khomeini sia stato "un disastro per i musulmani in Gran Bretagna".
Sebbene sia stato scritto con maestria, Un affare satanico è limitato, tende a non vedere oltre la piccola Inghilterra. Gli avvenimenti mondiali tendono a essere considerati in funzione del loro impatto sull'opinione pubblica nel Regno Unito. Il volume consta anche di altre stranezze: ad esempio, il ruolo della cultura orale nella vita musulmana riceve molta più attenzione dei motivi celati dietro le azioni di Khomeini. Apprendiamo in dettaglio i punti di vista degli oscuri musulmani britannici, ma quasi nulla sulla carriera dei Versi satanici in Europa, in Medio Oriente, nell'Asia Orientale, in Africa e nelle Americhe.