Un sondaggio realizzato nel mese di aprile dalla Quinnipiac University ha mostrato come Chris Christie fosse il più popolare dei candidati repubblicani e il favorito alla vicepresidenza degli Stati Uniti grazie ai suoi tagli di bilancio e per il fatto di tenere testa ai sindacati dei dipendenti pubblici. Peccato che il governatore del New Jersey abbia un problema, che chiameremo "la grana dell'Islam", capace di ostacolare la sua possibile ascesa all'ambita carica. Ci rincresce, infatti, dover far notare che Christie si è spesso schierato con le forze islamiste e assolutamente contro coloro che hanno a cuore la salvaguardia e la sicurezza degli Usa e della sua civiltà. Ecco qualche esempio.
Derek Fenton accompagnato dalla polizia dopo aver bruciato alcune pagine di una copia del Corano nel 2010. |
Nel 2010, dopo che Derek Fenton aveva bruciato tre pagine di una copia del Corano durante una cerimonia di commemorazione dell'11 settembre, il suo datore di lavoro, il New Jersey Transit, ottenne da Christie l'approvazione per licenziarlo. Christie approvò a gran voce la fine di Fenton, anche se questo ha significato tutelare l'Islam a scapito del diritto costituzionale alla libertà di parola, e l'ha fatto dichiarando: «Non ho nessun problema a licenziarlo». L'Unione americana per le libertà civili (ACLU) ha rappresentato con successo Fenton perché riavesse il suo impiego. Nel 2011, Christie ha nominato un islamista, Sohail Mohammed, alla Corte d'Appello del New Jersey. Il curriculum di Mohammed annovera una carica di consigliere generale dell'American Muslim Union (che ha asserito che un «commando sionista ha orchestrato gli attacchi terroristi dell'11 settembre»); un incarico di portavoce dei prigionieri musulmani che hanno fatto lo sciopero della fame perché finiti in carcere durante il Ramadan; la difesa di Sami Al-Arian, un operativo della Jihad islamica palestinese (la sua accusa, ha dichiarato Mohammed, «non è stata altro che una caccia alle streghe»), e infine una partecipazione alla difesa legale di Qatanani. Mohammed non è un legale degli islamisti, ma è uno di loro.
Il governatore Christie parla con Sohail Mohammed all'American Muslim Union. |
In breve, Christie ha abbracciato un membro di un'organizzazione terroristica, ha limitato i diritti alla libertà di parola, ha disdegnato la preoccupazione per l'islamizzazione e si è opposto agli sforzi antiterrorismo delle forze dell'ordine. Ogni volta che si pone il problema di toccare l'Islam, Christie si schiera dalla parte islamista contro chi – il Dipartimento di sicurezza interna, i senatori dello Stato, il Dipartimento di Polizia di New York, perfino l'ACLU – ha timore che l'islamismo rispettoso della legge eroda il tessuto della vita americana.
Secure America Now ha pubblicato un annuncio a tutta pagina il 19 marzo nel New Jersey Journal per protestare contro le ingerenze del governatore Christie nei tentativi di lotta al terrorismo del Dipartimento di Polizia di New York. |
Due fattori rendono questo caso particolarmente curioso: in primo luogo, le politiche morbide sull'islamismo sono comuni fra i democratici ma rare tra i repubblicani (Grover Norquist è la più importante eccezione). In secondo luogo, Christie ha assunto una posizione palesemente pro-Israele. Come spiegare questa contraddizione? Potrebbe essere che più di un conservatore sia un moderato. Potrebbe essere una questione di ego: il governatore è davvero più brillante del resto di noi. Oppure, come suggeriscono molti analisti, potrebbe essere un cinico comportamento da doppiogiochista: i musulmani ottengono ciò che desiderano maggiormente, e così anche i sionisti, con ogni parte che ignora quello che Christie fa per l'altra. È interessante notare che il senatore Joseph Lieberman del Connecticut ha perseguito questa politica a doppio binario (morbida verso l'islamismo, forte riguardo a Israele) ed è diventato il candidato democratico alla vicepresidenza nel 2000. Qualunque sia la ragione possiamo arguire che Chris Christie manca di quell'integrità morale, di quella solennità e di quel senso etico che sono necessari per essere vicepresidente degli Stati Uniti.