Nel novembre 1989 a St. Louis, l'Fbi ha inavvertitamente registrato su un'audiocassetta l'intero episodio di un'adolescente che stava per essere uccisa dal padre palestinese e dalla madre brasiliana (i federali erano alla ricerca di prove di terrorismo che hanno egualmente trovato). In una terribile sequenza di otto minuti, Zein Isa ha accoltellato sua figlia Palestina, assestandole tredici colpi con un coltello da cucina mentre sua moglie teneva ferma la ragazza e rispondeva agli appelli di aiuto della figlia dicendole brutalmente: "Taci" Il delitto finiva con Zein che urlava: "Muori! Muori presto! Muori presto! (…) Zitta, sta un po' zitta! Muori, figlia mia, muori!" In quel momento, la ragazza muore.
La Harris, una giornalista televisiva di St. Louis, ha fatto un ammirevole lavoro preliminare passando in rassegna le trascrizioni dei dibattimenti giudiziari e intervistando tutti quelli che erano legati al caso nel tentativo di mettere insieme le storie che si intrecciano all'omicidio e al sostegno attivo dato all'organizzazione terroristica di Abu Nidal. Inoltre, l'autrice evoca il mondo angusto e eccessivamente ripugnante di Zein Isa e della sua famiglia, rabbiosi anti-americani che vivono nel cuore degli Stati Uniti. L'assassinio è il risultato della loro vita fatta di frustrazione, cupidigia e rozzezza. Sfortunatamente, la Harris ha dedicato più sforzi a raccogliere informazioni piuttosto che a scrivere il libro, così che il lettore non occasionale deve leggere e rileggere le sue pagine per ricostruire la sequenza degli avvenimenti e la portata del coinvolgimento della famiglia di Isa con Abu Nidal. Ma così facendo gli sforzi sono ricompensati, perché la Harris ha messo insieme del materiale prezioso su due argomenti che in genere sono elusivi.